Amiche e amici carissimi,

mi fa molto piacere comunicarvi che il Comune di Milano ha iscritto il nome di Alessandro Mendini tra i cittadini illustri nel famedio del Cimitero Monumentale, importante riconoscimento alla sua figura di architetto, designer e artista.

Nei confronti di Alessandro Mendini ho un debito di riconoscenza perché, oltre ad essermi stato amico, ha dato un grande contributo agli incontri che ho organizzato nel mio studio assistendovi frequentemente e impegnandosi personalmente in alcune occasioni  sui temi dell’architettura, del design e dell’arte.

Dato che ho avuto l’accortezza di registrarli mi sembra che il miglior omaggio che possa tributargli oggi sia di consentire a tutti di apprezzarne il pensiero, dalla sua viva voce, sperando che siate in grado di adottare la procedura richiesta dato che il linguaggio utilizzato per le registrazioni non è più supportato.

Sono molto contento di aver fatto e conservato queste registrazioni ma anche dei ritratti che gli ho dedicato motivato dalla simpatia e dall’ammirazione che ho avuto per lui.

Nel ritratto in alto noterete che è composto da tra volti accostati che non potrebbero rappresentare meglio la multiformità della sua attività creativa nell’ambito dell’architettura, della produzione industriale e artigianale e dell’arte praticata sempre senza supponenza e con autoironia.

Di seguito ho riportato i link di tre incontri, che si sono tenuti nel mio studio, il primo dei quali, del settembre 2009,  dedicato alla metropolitana di Napoli quando, insieme al fratello Francesco con il quale l’ho ritratto come potete vedere di seguito, ha illustrato la genesi e lo sviluppo del progetto delle stazioni Salvator Rosa e Mater Dei, il rapporto con i rispettivi contesti, le relazioni con gli artisti da lui scelti che hanno contribuito con le loro opere a dare qualità e identità a degli spazi che usualmente sono dei “non luoghi”.

Nel secondo incontro, nel maggio 2010, si è discusso di quanto restasse della cultura del design a Milano, in occasione della mostra Quali cose siamo curata da Alessandro alla Triennale, che ha presentato un complesso scenario antropologico ricco di contaminazioni con le arti e altre tematiche di varia natura.

Il terzo incontro, del settembre 2012, ha riguardato la questione del design autoprodotto alla cui promozione Alessandro stesso si era impegnato organizzando una mostra alla Fabbrica dl Vapore, ma che con grande realismo autocritico egli riconobbe che quanto espresso in quell’ambito  non era in grado di restituire ciò che ci si aspettava.

Noterete che in ciascuno di questi incontri, soprattutto se avrete voglia di ascoltare tutti gli altri interventi, si è polemizzato anche animatamente; circostanza che li rendono  testimonianze preziose di quel momento storico.