EMILIO BATTISTI INVITA ALLA PRESENTAZIONE DI MICHELE REGINALDI – STUDIO QUATTRO ASSOCIATI

NH COLLECTION CITY LIFE CHE SI TERRA’ LUNEDI’, 13 MARZO ALLE ORE 21:00 DA ONE WORKS CREATIVE HUB, VIA SCIESA 3, MILANO.

PER DISCUTERNE CON CINZIA ANGUISSOLA,  GIACOMO DE AMICIS E BRUNO PEDRETTI

 

INGRESSO LIBERO CON PRENOTAZIONE

E’ possibile seguire l’incontro on -line sulla pagina Fb

Amiche e amici carissimi,

tra le architetture realizzate che ritengo sia utile discutere nel ciclo Milano modernissima, la nuova identità urbana, d’accordo con Michele Reginaldi, ho considerato questo hotel  progettato e realizzato sull’area della chiesa “dismessa” di Cristo Re in via Colleoni a ridosso del lunghissimo complesso di Fieramilanocity realizzato da Mario Bellini a fine anni Ottanta  che rappresenta un potente bastione urbano.

Contesto all’interno del quale Quattro Associati dichiarano che “La Chiesa di Cristo Re è un riferimento visivo e mnemonico, una presenza rilevante e connotativa di un luogo specifico, in un contesto urbano che in questi anni si sta radicalmente trasformando nelle destinazioni e nelle forme. Fin dall’inizio del processo progettuale è stata subito evidente l’importanza della chiesa, la sua struttura morfologica e la sua collocazione nell’area, la sua architettura manierista, la qualità dei materiali e della costruzione.

Questi aspetti hanno strutturato la scelta progettuale sulla conservazione della chiesa e sulla sua valorizzazione: gli interventi riconvertono i suoi spazi integrandoli al programma alberghiero per una significativa caratterizzazione dell’ospitalità.

Gli spazi della chiesa, per le particolari qualità volumetriche e per le figurazioni stilistiche, vengono reinterpretati e convertiti funzionalmente per l’accesso e le attività principali dell’albergo. Tutti i servizi, la logistica, le aree congressuali, il ristorante e le camere sono realizzati in nuovi edifici collegati e connessi alla chiesa per formare un’unità morfologica con un’immagine architettonica unitaria. La proposta figurativa non è semplicemente derivata dall’edificio esistente; il progetto vuole indicare un valore di multiformità espressiva, una propensione poetica, che fonda le proprie scelte su un ragionamento cognitivo: il rapporto con la storia, la tradizione e la città.”

Ho invitato a discuterne Cinzia Anguissola architetto, designer d’interni che collabora con Poli-design per il Master di architettura per la Tongji University di Shanghai, Giacomo De Amicis che nei suoi interventi ha prestato particolare attenzione alle preesistenze e Bruno Pedretti scrittore e saggista docente dell’Accademia di Architettura di Mendrisio. Io, come di consueto, introdurrò l’incontro e coordinerò gli interventi.

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