BürresheimIl film “Indiana Jones e l’ultima crociata” (Indiana Jones and the last crusade, 1989) di Steven Spielberg è ambientato in due dimore molto coinvolgenti e significative per le loro caratteristiche e complessità architettoniche, per la sovrapposizione armonica di epoche e stili diversi, ma anche per i giardini, per i parchi e per il paesaggio pianificato. La prima, romanica, Il Castello di Bürresheim (Schloss Bürresheim, IX-XVIII sec.) in Germania, la seconda, la neoclassica Stowe House (1677-1779) in Inghilterra.
Il Castello di Bürresheim è una residenza medievale a nord-ovest di Mayen, Rheinland-Pfalz, sulla riva sinistra del Reno. È una rocca tra le montagne dell’Eifel sopra la Nette. Oltre al castello che con il suo borgo domina la pianura, ci sono nella piana un paesino (coevo) e due giardini all’italiana, uno pensile sostenuto da muri di spina, l’altro del 1680, restaurato nel 1952: plasticista, astratto, un’opera rigorosa De Stijliana, di Theo van Doesburg. Purtroppo nelle riprese non si coglie sufficientemente l’importanza del complesso architettonico romanico-barocco: il borgo e le piazze interne, i portali in pietra non compaiono. Per chi è appassionato di architettura vale un viaggio (vi andai con mio fratello Walter e la Compagnia dell’Anello, però in auto, dispiaciuti di non percorrere in bici la ciclabile sulla riva sinistra del Reno).
È appartenuto a diverse famiglie renane. Poco si può dire sulla sua forma originaria alto-medievale. Non ci sono segni rilevabili fino alla metà del XII sec. Il maniero fu ampliato più volte da diversi proprietari: nel XIII e nel XV sec., fino all’impianto barocco del 1659. Il maniero, in un millennio, non è mai stato distrutto, malgrado i restauri recenti, come solitamente capita da noi: la Cappella della Sindone, il Castello di Moncalieri, il Petruzzelli, la Fenice, una strage annunciata. Dal 1669 divenne proprietà dei Breitbach von Bürresheim. L’eredità dei Breitbach, per via di una figlia, passò nel 1796 ai Conti di Renesse, e poi seguirono i Conti di Westerhol fino al 1921. Non so dire come e perché sia stato scelto da Spielberg. Certo è che le location nella pellicola, scelte dallo scenografo Elliot Scott, sono tutte molto evocative. Purtroppo le scene che si vedono sono solo gli esterni del castello; il luogo ove il padre di Indiana Jones (interpretato da Sean Connery) è tenuto prigioniero dai nazisti è una ricostruzione in studio.
Lasciato il Castello di Bürresheim con il dirigibile Zeppelin arrivo Venezia. Sfilando basso sul Canal Grande vedo dall’alto la splendida chiesa sconsacrata di San Barnaba la cui origine risale al IX sec. mentre l’aspetto attuale del 1779 è opera dell’eccellentissimo Pietro Buschetti. Nel film è la sede della Biblioteca Lagunare, ove nel pavimento c’è la botola in pietra con segnata la lettera X, quella che immette nelle catacombe: sul coperchio di un sarcofago è incisa la tavola scolpita. Nella realtà la chiesa, attualmente, è il luogo espositivo delle Macchine di Leonardo da Vinci.
Lascio Venezia per volare rapido alla Stowe House (1677-1779), in Inghilterra, utilizzata come location per gli esterni che si svolgono a Berlino: Hitler, Terzo Reich, da cui Jones riesce a fuggire, non prima di aver recuperato l’importante libretto di appunti del padre.
La Stowe House è una grande casa signorile di campagna situata a Stowe nel Buckinghamshire, a 86 km. a nord-ovest di Londra. Il palazzo è circondato da giardini (Stowe Landscape Gardens) e da un parco paesaggistico all’inglese che risale al XVIII, secolo con numerosi monumenti, boschetti, templi, tempietti, edicole, laghi, isolette, fontane. L’originalità del sito sta nel fatto che fu disegnato da eclettici architetti Charles Bridgeman, John Vanbrugh, William Kent e Brown Capability.
L’aspetto architettonico del palazzo dimostra un’attenta lettura dei trattati vitruviani, albertiani e palladiani ed è rimasto identico dal 1779, nonostante l’aggiunta, all’inizio del XIX secolo, di una stanza egizia nel sotto portico nord, per sviluppare un ingresso secondario. La storia dell’edificio può essere suddivisa in quattro fasi, che cito solo per rendere omaggio agli architetti che lo progettarono e costruirono:
- dal 1677 al 1683, il proprietario Sir Richard Temple costruì la sezione centrale sui piani di William Cleare, che lavorò come capo falegname per Sir Christopher Wren (autore della Cattedrale di St. Paul (1697) di Londra, che ha la più grande cupola in legno esistente al mondo). La casa era di mattoni e aveva quattro livelli;
- tra il 1720 e il 1733, Richard Temple II, Viscount Cobham, sotto la direzione di John Vanbrugh, fece aggiungere il portico settentrionale con quattro colonne ioniche e ricostruì le facciate nord, est e ovest. Quando Vanbrugh morì nel 1726, i lavori continuarono sotto la direzione di William Kent. Probabilmente fu Kent a progettare il portico meridionale costituito da quattro colonne tuscaniche sormontate da quattro colonne ioniche o composite. Tra gli anni 1740 e 1760 le ali est e ovest furono ingrandite con stanze di rappresentanza;
- nel 1770 Richard Grenville-Temple, fece elaborare da Jacques-François Blondel la nuova facciata sud, che poi non si realizzò;
- nel 1771 Robert Adam concepì un nuovo progetto che, modificato da Thomas Pitt, il barone Camelford, fu completato nel 1779. L’interno con le nuove sale di rappresentanza fu firmato nel 1788 da Vincenzo Valdrè, artista italiano nato a Faenza che lavorò in Inghilterra e Irlanda.
Dalla Stowe House, dal grande prato di fronte l’ingresso, riparto con l’amato Zeppelin, sempre alla ricerca del Graal (la coppa con il Sangue di Gesù). Riprendo il viaggio fino a El Khasnehal Farum (Tempio Romano di Alessandretta) a Petra in Giordania, ma questa è una storia che racconterò un’altra volta. Prima dei siti europei avevo già apprezzato negli U.S. il Parco naturale di Arches dello Uta e sferragliato, trainato da una motrice a vapore, sulla scomodissima Cumbres & Toltec Railroad, una linea ferroviaria a scartamento ridotto lunga centodue chilometri che corre tra il New Mexico e il Colorado. Che macchina meravigliosa il cinema!
foto del Castello di Bürresheim da Flickr.com
