Abbiamo ricevuto dall’avvocato Giovanni Porrone per conto dell’arch. Chiara Borgogna la seguente lettera dei cui contenuti prendiamo atto e pubblichiamo integralmente.
La lettera è indirizzata a Paola Valentini, in qualità di presidente IN/Arch Piemonte, a Sergio Pace e Laura Milan, relatori nell’incontro tenutosi il 13 settembre scorso sul Lutrario nell’ambito della Rassegna Ritratti Architetti ed architetture del 2° Novecento a Torino e in Piemonte, organizzata da IN/Arch Piemonte.
Di seguito il testo integrale della lettera:
” Scrivo per incarico dell’arch. Chiara Bordogna, figlia dell’arch.Carlo Alberto Bordogna, per contestare quanto scoperto dalla mia assistita in relazione alla casuale lettura della presentazione di un incontro su Carlo Mollino organizzato dalla IN/Arch Piemonte per corsi di Formazione.
L’incontro pubblico si è tenuto il 13 settembre 2021 e consentiva di ottenere 2 crediti professionali.
Il testo della presentazione del corso è gravemente erroneo in merito a molti punti relativi alla progettazione del cinema e della sala da ballo Lutrario. I fatti esposti non corrispondono per nulla alla realtà e ledono gravemente l’immagine dell’arch.Carlo Alberto Bordogna, che è il progettista del cinema e della sala da ballo. La mia assistita rileva in particolare che è errata la premessa del testo di presentazione dell’incontro laddove si legge che “il progetto fu affidato a Nicolaj Diulgheroff e Carlo Alberto Bordogna”.
In realtà il 27.3.1950 Diulgheroff presentò il progetto di un cinema in via Stradella, che non venne autorizzato dalla Commissione di Vigilanza locali pubblico spettacolo (all. A-B-C).
Il 21.8.1950 Lutrario presentò un progetto a sola firma di Carlo Alberto Bordogna, a sostituzione di quello presentato da Diulgheroff (All. D).
Il progetto di Bordogna ebbe l’approvazione della Commissione Igienico Edilizia, della Commissione di Vigilanza locali pubblico spettacolo ed ebbe inoltre l’approvazione della Presidenza Consiglio dei Ministri-Direzione Generale dello Spettacolo, con comunicazione della Prefettura di Torino e della Prefettura Italiana (all. E-H-I).
Il 9.10.1950 Lutrario presentò una relazione tecnica a firma di Carlo Alberto Bordogna nella quale si elencano le caratteristiche tecniche della sala compreso il tempo di riverberazione con sala vuota o piena (all. F)
Il 19.10.1950 la Prefettura di Torino autorizzò l’apertura in seguito al collaudo(all. L).
Il 20.10.1950 fu inaugurato il cinema Lutrario con apertura al pubblico con la proiezione del film “La Matadora” (all. G).
Questi fatti, che sono oggettivi e dimostrati dalla documentazione allegata, sottolineano che un’opera architettonica va ben oltre l’ideazione con la sua rappresentazione grafica, ma si deve confrontare con tutte le regole tecniche che la scienza ha individuato per garantire la sicurezza delle persone e per permettere il superamento di ostacoli e in generale per assicurare una buona convivenza tra spazio architettonico e fruitori.
L’arch.Carlo Alberto Bordogna, a differenza di Diulgheroff, aveva approfondito i criteri di sicurezza antincendio per i locali di pubblico spettacolo permettendogli di realizzare cinema, come il Lutrario, il Cristallo, il Major, l’Adua, il Bernini a Torino, il Fiamma a Cuneo e l’Astra e il Moderno a Trieste, proprio grazie alla sua competenza acquisita, insieme a una spiccata capacità di gestire lo spazio architettonico.
Il committente Lutrario aveva piena fiducia in Bordogna che già gli aveva realizzato il Cinema e poteva ora realizzare il suo grande sogno di una nuova sala da ballo.
Per quanto attiene la “Sala danze Lutrario” sottolineo che il progetto del 1958 è di Bordogna.
Il progetto fu presentato il 24 Febbraio 1958 e seguito integralmente da Bordogna fino alla licenza d’uso (all. M) e la forma dell’ ingresso che si prolunga per ben 38 metri e che sfocia nella sala vera e propria di circa 25 metri è il risultato della trasformazione spaziale di un precedente progetto di Bordogna del ’56 realizzato sempre per Lutrario avente destinazione produttiva con annessi due alloggi.
Nel 1959 Bordogna propone a Lutrario di affidare a Mollino “le finizioni”.
Sul punto si allega la lettera manoscritta del 21 ottobre 1960 di Mollino a Bordogna che recita ”con Lutrario pattuii per un forfait di 2.000.000 di lire più l’assistenza per le opere murarie e loro sviluppo, già progettate da te, più l’assistenza credo a forfait dell’arch.Maggiora………specie dopo il rientro dall’America, assisto alle finiture, preciso disegni, rimedio inconvenienti in continuo contatto con Lutrario: sai cosa sono le “finiture””(all. N).
E’ pertanto del tutto infondato quanto si legge nella presentazione dell’incontro nel punto in cui si dichiara che “Mollino progetta….” In quanto il progetto edilizio che ha definito i volumi e le superfici è di Bordogna, mentre le “finiture” sono di Mollino.
Il progetto per definire il volume del locale dal corridoio alla sala é di Bordogna, come pure la bella balconata che si affaccia sulla sala, di Mollino sono “le finiture”e gli arredi inseriti all’interno dello spazio architettonico. La realizzazione degli arredi fu interrotta da Mollino, che si era trasferito temporaneamente in America, per cui fu fondamentale la continua e assidua presenza di Bordogna in cantiere per concludere i lavori.
La mia assistita ritiene che l’immagine dell’arch. Carlo Alberto Bordogna sia stata fortemente lesa dal testo errato di presentazione dell’incontro tenutosi il 13 settembre 2021 sul “Lutrario” e chiede che venga tenuto, al fine di riabilitare la verità, un incontro pubblico di rettifica da parte di IN/arch Torino che fornisca ai discenti una completa e corretta informazione di come è nato il cinema e la sala da ballo Lutrario. Tale iniziativa dovrà organizzarsi entro tre mesi dalla data della presente previa approvazione della mia assistita.
Se entro tale data non sarà organizzato l’incontro pubblico di rettifica da parte di IN/ARCH Piemonte con adeguata pubblicità presso gli stessi siti di comunicazione coinvolti nell’incontro del 13 Settembre 2021 compresi Twitter, Facebook e Linkedin, l’arch. Chiara Bordogna intende chiedere un giusto risarcimento per il danno di immagine patito da suo padre per le false informazioni fornite da IN/arch Torino, tramite il relatore Sergio Pace e Laura Milan nel corso dell’incontro del 13 settembre 2021. “
Gli allegati possono essere consultati QUI
Teniamo a precisare come, tanto nel testo di accompagnamento quanto nel corso dell’incontro, sia stato esplicitamente segnalato che l’edificio nel suo complesso (di conseguenza gli involucri murari e gli spazi che ne derivano e, implicitamente, la soluzione dei requisiti tecnici connessi) siano opera dell’arch. Bordogna; che la sala danze Lutrario sia frutto della collaborazione tra l’arch. Bordogna e l’arch. Mollino, così come peraltro riporta la letteratura di riferimento.
Dunque, risultava chiaro che oggetto della trattazione sarebbe stato l’incontro di due progettisti di pari dignità, dal momento che anche nel caso di un allestimento, in cui sono richieste soluzioni di dettaglio, studio di percorsi e compenetrazioni visive, scelta dei materiali, delle luci, disegno delle sovrastrutture, dei decori, degli arredi (non si è trattato certamente di una scelta da catalogo) e, in definitiva, di una elaborata ideazione e gestione dello spazio, sempre di progetto si tratta. Incontro di due progettisti che, passando dall’impianto volumetrico all’allestimento di quello specifico spazio si sono consensualmente passati il testimone. Quanto poi l’intervento di Mollino che, attraverso le sue finiture, di quello spazio ha felicemente interpretato i caratteri e le vocazioni, abbia contribuito al suo fascino e alla sua notorietà, non ci pare che sia questione di competenza legale, quanto di un ampio e sereno dibattito culturale.