PREMIO IN/ARCHITETTURA 2023 PER IL PIEMONTE NELLA CATEGORIA OPERE DI RIQUALIFICAZIONE DI EDIFICI ESISTENTI.
Progetto Studio Ellisse Architetti | Committente Laura Sottovia | impresa Walter Patella e Merlino Zeldenthuis | località Gorzegno (CN)
MOTIVAZIONE DELLA GIURIA
Raffinate le relazioni messe in opera fra il corpo edilizio preesistente in pietra e la “debole addition” lignea dei servizi aggiunti. Il progetto ha svolto con il risanamento conservativo del rustico agricolo in pietra il tema di una strategia del recupero dei luoghi del tempo libero in una equilibrata e sapiente continuità con le tecniche tradizionali.
DESCRIZIONE DEL PROGETTO
I ciabòt sono piccole unità abitative, diffuse in tutta l’Alta Langa, tradizionalmente utilizzate dai contadini per le attività legate all’agricoltura. Sono tipicamente costituiti da un’unica cella funzionale, spesso a due piani. In Alta Langa la pietra, un’arenaria compatta e calcarea, è utilizzata sia per i terrazzamenti che per i tetti e le pareti di tutti gli edifici, sia pubblici che religiosi, sia rustici che civili, con tecniche simili. Pur nella loro semplicità, i ciabòt possono essere considerati come l’unità minima di costruzione del territorio, da cui riprendono caratteristiche e tecnologie costruttive. L’intervento di recupero funzionale ha avuto come obiettivo il restauro conservativo dell’edificio nel rispetto delle tradizioni locali e con il minimo impatto sull’ambiente: utilizzo di risorse locali, come la pietra e il legno di castagno, materiali a basso impatto ambientale come la calce idraulica di origine italiana, pannelli di canapa e fibra di legno per l’isolamento e il minimo consumo di energia sia in fase di costruzione che di utilizzo. Le funzioni che richiedono un forte adeguamento tecnologico, come la cucina e i servizi igienici, non sono così compatibili con la preesistenza, per cui sono state integrate in un ampliamento. L’ampliamento rispetta le proporzioni e i principi costruttivi dell’edificio originale, posizionandosi sul prospetto est della costruzione esistente secondo la pratica ideale della tradizione locale di estendere l’ala di una delle facciate più corte.Per l’ampliamento è stata utilizzata la tecnica giapponese dello “shou sugi ban“, con cui la superficie del legno viene carbonizzata bruciandola con una fiamma e poi sigillata con olio.Applicata alle tavole di rivestimento, rispondeva all’esigenza di arricchirle esteticamente e di proteggerle ulteriormente, senza ricorrere a vernici o impregnanti chimici industriali. In particolare, le opere da realizzare sul ciabòt sono consistite in:
- Manutenzione straordinaria della copertura con revisione della piccola orditura e realizzazione di un tavolato e di uno strato impermeabilizzante.
- Ricollocazione del cappotto originale a foglia sciolta e dello strato isolante interno;
- Realizzazione di vespaio ventilato e nuova pavimentazione in pietra al piano terra;
- Trasformazione della finestra sulla facciata Est in porta per ottenere un nuovo accesso all’ampliamento;
- Realizzazione dell’impianto elettrico senza intaccare l’integrità delle pareti in pietra;
- Riempimento delle lacune dei muri in pietra con malta di calce idraulica;
- Sostituzione delle finestre esistenti con un telaio in acciaio bronzato/inciso dotato di porta singola a doppio vetro.
- Realizzazione di una piccola scala interna che collega i due piani.
Lavori per la costruzione dell’ampliamento:
- Scavi e movimento terra per ottenere la complanarità del terreno, scavo e getto in opera dei cordoli di fondazione in cemento armato;
- Realizzazione della struttura portante in legno;
- Realizzazione della copertura verticale e orizzontale e del tamponamento con strato isolante in fibra di legno;
- Realizzazione e installazione di telaio in acciaio bronzato/inciso dotato di porta singola a doppio vetro.
- Collegamento e realizzazione dell’impianto idraulico ed elettrico;
- Realizzazione del sistema di smaltimento delle acque reflue;
- Realizzazione e installazione del rivestimento di facciata in pannelli di castagno.
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