MARTEDì 25 MAGGIO | ORE 17 | DIRETTA STREAMING

Saluti istituzionali

Onofrio Cutaia Direttore Generale Creatività Contemporanea, Ministero della cultura (Mic)

Intervengono

Stefania Dassi Musei Reali Torino, Ministero della Cultura (Mic), Responsabile scientifico del Censimento nazionale delle architetture italiane del secondo Novecento per il Piemonte

Antonino Iaria Assessore Urbanistica e Patrimonio del Comune di Torino

Gentucca Canella Dipartimento di Architettura e Design (DAD), Politecnico di Torino

Introduce e modera: Davide Derossi IN/Arch Piemonte

Il grande interesse per gli interventi sul patrimonio edilizio, che i diversi incentivi statali hanno prodotto, è un fenomeno che merita attenzione, ma induce anche alcune riflessioni.

Sismabonus, Ecobonus e altre agevolazioni, costituiscono certamente un’eccellente occasione per migliorare l’efficienza del patrimonio edilizio, per aggiornare architetture di modesta qualità, per ridare ossigeno ad un settore in profonda crisi. Tuttavia, questi incentivi, molto appetibili in un Paese dove il 75% delle famiglie è proprietaria di un immobile, non sembrano tenere in considerazione le possibili ricadute sul “sistema” degli insediamenti e del territorio in cui giacciono. 

Già risuonano allarmi per interventi di “efficientamento” che mettono a repentaglio la leggibilità di opere di architettura “minore”, opere che non rientrano nelle categorie di valore culturale riconosciuto, ma sono il prodotto – non così consueto – della fatica intelligente e appassionata di progettisti “militanti”. In un territorio variegato e stratificato come quello italiano, dove le radici agricole affiorano sullo sfondo di gran parte degli insediamenti, sorge con evidenza il rischio di vedere omologate grandi fette di paesaggio rurale e peri-urbano. I meccanismi previsti dagli incentivi, piuttosto che indicare obiettivi da raggiungere, sembrano orientare il progetto verso materiali e soluzioni precostituite, senza alcuna attenzione alle eventuali deturpazioni inferte alle architetture di pregio, ai tessuti urbani caratterizzanti, ai paesaggi rurali. 

Per queste ragioni In/Arch Piemonte intende avviare una serie di iniziative per segnalare l’esigenza di  proteggere i diffusi esempi di architettura o di tessuti insediativi“minori”, da interventi che, se ridotti a schemi convenzionali e ripetitivi, minacciano di impoverire arbitrariamente un vasto repertorio di architetture di valore. Il territorio italiano, per quanto trascurato e impoverito, custodisce ancora elementi architettonici puntuali, sistemi insediativi diffusi e riconoscibili, e che costituiscono quella  sorta di “educazione alla bellezza”  capace  di attivare una nuova domanda di “qualità dell’abitare”.

La possibilità di introdurre nuove forme di “tutela operativa”  appare oggi  indifferibile – in particolare – per proteggere il patrimonio architettonico del secondo Novecento, per il quale, nella normativa attuale, la tutela istituzionale interviene soltanto dopo i settant’anni dalla realizzazione.

Questa prima iniziativa intende richiamare il mondo culturale, accademico e universitario, gli organismi ministeriali, le Fondazioni, gli Archivi e le Associazioni ad un impegno comune per l’individuazione di nuove forma di tutela di un patrimonio di architetture meno conosciute, spesso ai margini della storiografia ufficiale, ma preziose per ricostruire la storia dei luoghi insieme alle intenzioni, ai linguaggi e alle tecniche dell’architettura. L’incontro sarà anche l’occasione per far conoscere, l’attività di ricognizione e documentazione delle architetture italiane del 2° Novecento, avviata, a partire dall’anno 2000, dal Ministero della Cultura. Attività di ricerca svolta in collaborazione con le soprintendenze e gli istituti del MIBACT sul territorio. Nella stessa occasione In/Arch Piemonte illustrerà  un nuovo ciclo di 14 incontri,  dedicato alle architetture del 2° Novecento a Torino e in Piemonte, che avrà inizio a metà settembre, con  cadenza quindicinale.

LA PAGINA DEL SITO IN/ARCH DEDICATA ALLA RASSEGNA RITRATTI QUI

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