All’Assessore all’Urbanistica della Città di Torino arch. Antonino Iaria

DOMANDA 1

L’approvazione di un PRG è sempre stato un fatto culturale e politico rilevante nell’identificare una stagione di governo della città. Ci è parso invece che l’atto approvato il 2 Luglio 2020 non abbia finora ottenuto grande risonanza mediatica e che pochi cittadini si siano accorti di quanto avvenuto. 

Quali iniziative il Suo Assessorato intende mettere in atto, nella fase di Copianificazione, per raggiungere una ampia audience e coinvolgerla in una approfondita e incisiva discussione sui contenuti del Piano Regolatore?

A.I. – Sicuramente non è semplice spiegare l’importanza del Piano Regolatore per il governo della città ai cittadini, preoccupati del vivere quotidiano dei disagi dei disservizi. Negli incontri fatti le domande per lo più erano sulla gestione ordinaria della città, con pochi sono stato in grado di riuscire a far cogliere l’importanza della programmazione, della maggiore flessibilità, della snellezza. L’Assessorato che rappresento ha dato avvio alla variante con L’Atto di Indirizzo nell’Aprile del 2017 e contestualmente ha intrapreso molteplici tavoli di discussione con i portatori di interesse professionali, (università, collegi, ordini, …). A partire dall’estate del 2018 dopo aver concretamente dato avvio alla variante e aver “messo mano” alla ridefinizione delle norme ha dato corso ad un ciclo di incontri con i cittadini per parlare delle azioni intraprese. I Mercoledì del Piano, gestiti dall’Urban Center Metropolitano, sono stati pubblicizzati via web, con locandine, affissioni, ed una trasmissione radio che ha trasmesso in diretta i 5 eventi. Un secondo ciclo di incontri era stato calendarizzato nell’estate del 2019 e quest’anno abbiamo organizzato, nonostante le difficoltà legate all’emergenza sanitaria, 12 incontri aperti a tutti i portatori di interesse in diverse fasce orarie ed in luoghi d’incontro distribuiti sulla città (sedi circoscrizionali, centri di protagonismo giovanile, case del quartiere,…).

Il processo di Copianificazione come è noto è un processo disciplinato dalla norma che individua puntualmente gli aventi titolo. La Città ha coinvolto nel processo anche coloro che risultano direttamente coinvolti ai quali è stata data la possibilità di rappresentare i propri bisogni, interessi, propositi. Inoltre vi è l’intenzione di raccogliere i contenuti delle osservazioni che varranno presentate, i cui termini tengo a precisarlo sono stati estesi dai 30 previsti per legge a 81 (ovvero 60 più un’ulteriore proroga di 3 settimane), al fine di trasmetterli sotto forma di contributo all’interno della Conferenza di Copianificazione stessa. 

DOMANDA 2

L’Urban Lab, oggi associazione autonoma e indipendente, è deputato a centro di documentazione, divulgazione e dibattito sulla città; eppure, il suo ruolo ci sembra essere stato marginale nel processo di divulgazione e valutazione dei contenuti del Piano Regolatore nei confronti di cittadini, operatori economici e professionisti. Ritiene che, nelle prossime fasi, l’Urban Lab possa inserirsi in modo efficace tra le risorse che la città mette in gioco? 

A.I. – L’Urban Lab, come detto, si è occupato dell’organizzazione e della divulgazione dei “Mercoledì del Piano” ha inoltre organizzato gli incontri di Torino 2030 presso la Scuola Holden in cui si è anche molto parlato di Piano Regolatore oltre che, ovviamente dei Piani e dei Progetti della Città più in generale. Ha reso visibili le registrazioni degli eventi e si è inoltre occupato, grazie alla collaborazione con gli uffici della città, della diffusione delle informazioni relative alla trasformazione del Territorio. Inoltre ha sempre dato ampia visibilità alle presentazioni sull’avanzamento lavori della Variante di Piano, che con scadenze regolari, sono state illustrate alle Commissioni Consiliari.

l’Amministrazione ha interesse che Urban Lab svolga efficacemente il proprio ruolo di divulgazione e dibattito sulla città ed è per questo che il dialogo è sempre attivo e alla ricerca di sinergie tese ad una fattiva collaborazione.

In questo ultimo periodo la sede di Urban Lab è stato oggetto di una ristrutturazione edilizia importante, innovando la sede e aumentando gli spazi espostivi e funzionali, con un nuovo allestimento volto a raccontare tutte le trasformazione della città, con una particolare attenzione alla revisione del PRG. 

DOMANDA 3 

Torino contiene nel suo tessuto molti luoghi in cui sono da tempo emerse gravi criticità, che richiedono specifiche risposte più che una uniforme revisione dei parametri quantitativi: dalla Manifattura Tabacchi al quartiere Aurora, dalle aree della ex Variante 200 a Palazzo Nervi e molti altri ancora. Si aggiunge poi la drammatica questione dell’“emergenza abitativa” e della disomogenea distribuzione di servizi e verde. Quali sono le indicazioni di Piano Regolatore per mettere mano a questa e alle altre aree di criticità? 

A.I.Tengo anzi tutto a ricordare come il Piano Regolatore non possa esser letto come “la soluzione a tutti i mali” esso per quanto rappresenti lo strumento di pianificazione e programmazione della città demanda necessariamente a specifici Regolamenti e Piani specifici, come è il caso del Piano del Verde e dello studio fatto dall’assessorato competente proprio in merito alla raggiungibilità delle aree verdi entro un raggio di 500 metri da tutti gli ambiti residenziali della città demando agli esiti dello studio la Sua attenzione ma tengo fin d’ora a rammentare che gli esiti hanno mostrato una situazione coerente con il riconoscimento di Torino come una delle città europee più verdi. Le criticità da Lei richiamate sono effettivamente tante, e molte si trascinano da decenni, altre sono più recenti e molte sono state riscontrate a partire dal lockdown cui ci ha costretti l’emergenza sanitaria. Come è noto la variante di Piano regolatore non è che alla sua prima fase che corrisponde dalla Proposta tecnica del Progetto preliminare. In questa prima fase si è reso necessario definire l’impronta entro cui il nuovo piano deve muoversi rispondendo ai temi principali che l’Amministrazione aveva definito si a nel proprio Programma di Governo, sia nelle Linee di Indirizzo che avevano dato avvio a tale revisione, ovvero snellezza, flessibilità, semplificazione, consumo di suolo, invarianza idraulica. E’ stato dato avvio ad un lungo processo di revisione delle aree di trasformazione ZUT e ATS, che certo non poteva esaurirsi in questa prima fase, dati i tempi a disposizione. Si sono però costruite le basi per dar corso ad una rilettura del territorio i cui risultati saranno visibili nelle fasi successive.

DOMANDA 4             

Nel caso dell’attuale revisione, la questione del “consumo di suolo”che ne costituisce uno dei principali nodi caratterizzanti, sicuramente comporterà ricadute sulla morfologia della città e sul suo paesaggio.

La stessa formulazione “inferiore o uguale a zero”, dove non compare il termine “netto”, rischia di imprigionare la città nella sua forma attuale, data per acquisita al di là di una sua valutazione qualitativa, e paralizzare ogni ricerca e sperimentazione di rigenerazione dei tessuti esistenti. Quale è la sua valutazione al riguardo? 

A.I. – Non ritengo le tre possibilità vagliate di Consumo di suolo zero, a compensazione obbligatoria o a saldo positivo imprigionino la città, anzi nel rispetto di tali semplici parametri lasciano spazio alle trasformazioni ed alle rigenerazioni, favorendo la bonifica dei siti ed il recupero di quelli abbandonati e apparentemente naturalizzati, che nascondono invece sotto i rovi ruderi o depositi in taluni casi abusivi.

Mi preme sottolineare inoltre come le ultime piogge abbiano causato danni enormi, nei nostri territori, è una della causa è la riduzione del suolo permeabile dovuta al suo consumo. 

Le nuove norme aiutano il recupero del consolidato, con molta più flessibilità, recuperando il costruito si riduce la necessità di occupare suolo libero.

DOMANDA 5 

Il Piano Cagnardi-Gregotti si era, tra le altre cose, caratterizzato per aver voluto condurre una ampia campagna di verifiche su come le norme avrebbero inciso sulla forma fisica della città. Ritiene che la forma della città, gli spazi che disegna e che condizionano il modo in cui viene usata oggi e nel prossimo futuro, sia una questione rilevante ai fini della revisione del Piano?

A.I.Il nuovo Piano Regolatore un vuole più essere lo strumento di progettazione puntuale come è stato il Piano Gregotti e Cagnardi, vuole essere di contro un piano che definisce parametri generali, rispetto al consumo di suolo appunto o al tema già citato dell’invarianza idraulica, è un piano che recepisce ed amplia i criteri del PPR sottolineando l’importanza dei coni visivi e che vuole lasciare spazio agli investitori ed ai progettisti il disegno ed il progetto di città. 

La forma della città non può essere imprigionata in norme rigide, e deve essere capace di adattarsi ai cambiamenti repentini che la città del futuro richiede. Abbiamo  lavorato per definire parametri ampi che lascino spazio al variare delle esigenze ma che prevedano un progetto di città che rispetti anzi tutto l’ambiente, inteso sia come ambiente costruito che come ambiente naturale. Abbiamo inserito il temporary use, prima ancora che fosse inserito nella legge regionale, abbiamo ampliato le possibilità all’interno delle diverse destinazioni d’uso, abbiamo distinto le attività produttive pesanti da quelle leggere che favoriscono ad esempio l’inserimento di start-up nel tessuto del consolidato.

La scelta consapevole di non “progettare la città” ma di “ permettere di progettare e riprogettare più volte la città” è vincente , e apre una nuova e dinamica  fase urbanistica e progettuale.

DOMANDA 6

Lei ha affermato che la Proposta Tecnica rappresenta solo una tappa nell’avanzamento del Piano e che la fase della Coprogettazione costituirà il vero momento in cui il Piano potrà assumere la configurazione finale. Quali meccanismi, quali volontà politiche e quali specifici organi tecnici potranno garantire che, in una fase piuttosto tormentata della Città e del Paese, si dia sostanza al passaggio dalle indicazioni generali ad un concreto e articolato impianto normativo che guidi le trasformazioni del futuro della Città?

A.I.La proposta tecnica è per definizione la prima fase della revisione di piano, ma questa proposta tecnica ha prodotto una corposa mole di dati e informazioni, fondamentali per proporre dei progetti di trasformazione della città.

L’impianto normativo è ben chiaro e concreto nella proposta tecnica, e nell’avanzamento del progetto preliminare sarà ancora più dettagliato, grazie alla già attiva collaborazione con gli enti territoriali competenti. 

Per la prima volta stiamo lavorando allargando la pianificazione all’ambito metropolitano, affrontando temi quali il paesaggio, l’ambiente e la mobilità, senza fermarsi ai limiti comunali.

Foto di giuliaduepuntozero su flickr.com
Proposta tecnica preliminare sul geoportale della città di Torino QUI

Presentazione Proposta tecnica QUI