L’industria cinematografica hollywoodiana ha utilizzato molte costruzioni di Frank Lloyd Wright. Si adattano ad ogni genere filmico, appartenendo allo stesso tempo sia al mondo rivoluzionario, innovativo e futuribile, che a quello classico, tradizionale e arcaista. Ogni progetto di Wrigth è un ossimoro architettonico, specialmente quelli pre/post la Prima Guerra Mondiale, ad esempio l’Imperial Hotel (1915) di Tokio.
Vi ha fatto ricorso anche il film Blade Runner (1982) il cui autore è Ridley Scott. La sceneggiatura, tratta da un racconto Do Androids Dream of Electric Sheep? (1968) di Philip K. Dick è ambientata, a Los Angeles, nella Ennis House (1924) di Wright, nel Bradbury Building ma anche nelle torri del Westin Bonaventure Hotel in South Figueroa Street.
In Blade Runner le maquette, tipiche dei film di fantascienza, sono poco utilizzate. Solo per la vista a volo d’uccello della distopica città di Los Angeles e per la sede della Tyrell Corporation: due grandi strutture piramidali con gli ascensori inclinati (che salgono ad angolo) e corrono lungo l’esterno delle massicce strutture, alte almeno “400” piani. Nulla di particolarmente fantascientifico. Torri? Piramidi? Cremagliere? Gli ascensori ricordano un capolavoro nostrano di ingegneria ferroviaria, la Cremagliera Sassi-Superga del 1884 che (salendo a angolo) porta anch’essa in cima a “una piramide”, una collina di 672 metri. Il film è una miscellanea di citazioni. Appartiene alla visione enigmatica evocativa modernista del ‘900; lo spettatore attivo, individua, ipotizza, il riferimento letterario, architettonico, culturale e lo abbina a uno simile che conosce, gli appartiene, predilige, non obbligatoriamente a quello che l’autore cita o da cui ha preso spunto, molto vicino al punto poetico modernista de La terra desolata (1922) di Tomas S. Eliot.
Le prime architetture che appaiono nel film dopo le immense piramidi della Tyrell sono le torri cilindriche del Westin Bonaventure Hotel. È sul tetto di una di queste che si posa l’auto a guida autonoma con a bordo Gaff e Deckard. Nel film l’hotel è la sede della polizia di Los Angeles mentre nella realtà è un grande complesso alberghiero con una pianta a forma di un antico castello, un quadriturrito federiciano. In Blade Runner le torri cilindriche dominano, con la loro altezza, la skyline della Los Angeles; immersa perennemente nell’oscurità e bersagliata da pioggia battente, stremante. Il Westin Bonaventure Hotel è dell’architetto John C. Portman Jr., progettato e costruito tra il 1974 e il 1976. In stile definito postmoderno da una critica che tende a classificare ogni cosa. Le torri si vedono molto bene anche in Nel centro del mirino (1993) di Wolfgang Petersen.
Il Bradbury Building costruito nel 1863, situato nella South Broadway in Third Street, che si chiama (per pura coincidenza) come l’autore di Cronache Marziane (1950), fu realizzato da George Wyman su disegno di Summer Hunt per il miliardario Lewis L. Bradbury. Ridley Scott, nel film, utilizza il corridoio d’ingresso (in paramano e terracotta) e il cortile dell’edificio ove tutte le strutture, le scale, gli ascensori, la copertura e un grande lucernario in vetro di 35 metri di lunghezza e 20 di larghezza, da cui cola la pioggia, sono in ferro. La costruzione segue il gusto e le mode parigine del ‘800, a imitazione del Passage Choiseul (1827), ove visse il giovane Céline, l’autore di Morte a credito (1936), il cui mondo letterario è tangente se non simile alla latente disperazione che permea Blade Runner. È lì che abita J.F. Sebastian, il ricercatore ideatore di replicanti con l’hobby di costruire robot giocattoli, in un’atmosfera da noir, misterica, per niente rassicurante. L’edificio vale il “viaggio”, però, sempre aperto al pubblico, si può vedere soltanto il piano terra.
Cosa che non succede se si vuole visitare la superba Ennis House. La villa è disponibile al visitatore solamente una settimana all’anno. L’architettura di “ispirazione maya” che F. L. Wright costruì presso l’Osservatorio del Griffith Park nella piazza di Glendower Avenue per Charles e Mabel Ennis nel 1924. La casa è costruita in blocchi cubici con decorazioni a rilievo e prefabbricati in calcestruzzo. Nella Ennis House sono state girate le riprese dell’ufficio ove Rick Deckard incontra Eldon, il presidente della Tyrell Corporation, una splendida civetta e per la prima volta Rachael.
Sempre nella Ennis House, Rick e Rachael scoprono, non soltanto di essere due replicanti, ma anche di amarsi. Per poi fuggire dal temibile Gaff (costruttore di origami) e nascondersi nella terra di nessuno. Veramente l’appartamento del film per comodità di ripresa fu ricostruito, con le fattezze degli interni della villa, negli studi della Warner Bros. Originali nel film sono solo gli esterni e il monumentale ingresso, utilizzato come ufficio di Eldon. La Ennis House è situata, nel quartiere Feliz, inserita mimeticamente tra le rocce, non in cima alla collina, così come insegnava ai suoi allievi Wrigth, per ragioni legate alla visione estetica dell’architettura organica, il mimetismo.
Mentre guardate i luoghi di culto del film, dal gusto revival romantico neo-gotico, post-post modern, un consiglio, mettete le cuffiette del vostro iphone e ascoltate la colonna sonora del film di Vanghelis. Farete quindi un viaggio nel cinema per chi ama l’architettura e soffre la claustrofobia del vivere costantemente nella perfezione architettonica e urbanistica delle città italiane, nel bello sovrapposto al bello costante. Forse è che la perfusione artistica monumentale rende insofferenti e depressi? Un po’ d’America potrebbe essere la cura? O basta solo un capolavoro come Blade Runner per mettere le cose a posto? Per scoprirlo bisogna andare sul luogo. Buon viaggio.
Nella foto sopra Westin Bonaventure Hotel progetto di John C. Portman Jr. (1974/76) tratta da www.flickr.com
Nella foto sotto Ennis house progetto di Frank Lloyd Wright (1924) tratta da www.flickr.com
