Palazzi Federici di viale XXI Aprile, a Roma, è una costruzione monumentale, di impostazione razionalista con echi espressionisti, progettato da Mario De Renzi nel 1931 e completato nel 1937: l’edificio è al centro delle vicende raccontate in Una giornata particolare (1977) di Ettore Scola.

Ettore Scola nasce come scrittore di sceneggiature. Un enfant prodige, già a quindici anni pubblicava vignette e articoli umoristici su Marc’Aurelio. Sceneggiature che la sua regia trasformava in letteratura filmica: film da leggere, una forma descrittiva, poetica, fatta di personaggi credibili che interpretano perfettamente il loro ruolo nel contesto storico, ricostruito in modo impareggiabile. Espressione di questa grande capacità di Scola è proprio Una giornata particolare (1977) con Marcello Mastroianni e Sophia Loren. Un racconto breve, ripeto, da leggere e rileggere, vedere e rivedere, che si svolge nella Roma di fine anni ’30.

Palazzi Federici risulta, ancora oggi, un labirinto inestricabile intorno a due cortili; cortili da cui tutti i condòmini e affittuari devono passare, un mondo di esseri in continuo movimento senza sosta, dentro fuori dentro dalle 650 porte d’ingresso dei loro appartamenti. Tutto giusto e perfetto, perché Scola (comunista) ha compreso intrinsecamente la filosofia dell’opera di De Renzi (fascista). Il cortile quale centro pulsante di un “alveare” socialista in una giornata particolare: la visita a Roma, il 6 maggio 1938, di Hitler, l’incontro con Mussolini e l’annuncio dal balcone di piazzale Venezia della guerra imminente. L’evento avvicina un uomo e una donna apolitici, lei, Antonietta (Sophia Loren), una casalinga senza istruzione con sei figli, lui, Gabriele (Marcello Mastroianni), un intellettuale raffinato, ex annunciatore dell’EIAR, in partenza per il confino perché omosessuale. Permette, dicevo, a Antonietta e Gabriele, lontani mille miglia dal mondo che li circonda, mentre la radio trasmette la radiocronaca dell’incontro dei due dittatori, di vedersi dalle finestre, di conoscersi, d’innamorarsi, di litigare, di amarsi e di lasciarsi cambiati, trasformati, nel giro di poche ore. Semplicità e purezza di sentimenti dominano la pellicola. Tra l’altro i testi Scola li scrisse con Ruggero Maccari e con la collaborazione di Maurizio Costanzo. Cito un frammento dei dialoghi: «… Io non credo che l’inquilino del sesto piano sia antifascista. Se mai il fascismo è anti-inquilino del sesto piano …» dice Gabriele.

Nel 1977 Una giornata particolare fu candidato all’Oscar nelle categorie “Miglior film straniero” e “Miglior attore”, ma l’Academy preferì premiare La vita davanti a sé (1977) di Moshé Mizrahi e Richard Dreyfuss in Goodbye amore mio! (1977) di Herbert Ross. Una curiosità: diciotto anni dopo, Ettore Scola girerà nello stesso Palazzo Federici di via XXI Aprile Romanzo di un giovane povero (1995).

Il grande complesso di case convenzionate Palazzi Federici fui il primo esempio d’associazione tra stato e privato per realizzare rapidamente il piano strategico di edilizia popolare di Roma Capitale dell’Impero. Questo insieme di edifici, paragonabile al Carl-Marx-Hof (1926-1930) di Carl Ehn a Vienna, sperimenta la grande scala della “città nuova” fascista: un solo nucleo di 26 blocchi unificati, con circa 650 alloggi, 100 negozi, autorimesse, un asilo e un cinema teatro da 1.600 posti.

Razionalista con una leggera parvenza espressionista, proprio di derivazione tedesca, Palazzi Federici rappresenta l’idea di concentrazione in un unico fabbricato di migliaia di persone per dar loro i massimi comfort abitativi, servizi funzionali e comodità logistiche, grazie a un’economia di scala, la medesima della cultura socialdemocratica del nord Europa.

Mario de Renzi ha inciso moltissimo sul tessuto urbano di Roma con molteplici opere. In particolare realizza negli anni ’30 il padiglione della Mostra della Rivoluzione Fascista (1933) con Adalberto Libera e nel 1932, sempre con Libera, il Palazzo delle Poste di via Marmorata, con il quale aderisce pienamente all’architettura razionalista (Gruppo7) (MIAR). Ma è con la Palazzina Furmanik (1935) che Mario De Renzi in collaborazione con Pietro Sforza e Giorgio Calza Bini costruisce uno dei capolavori del razionalismo della scuola romana.

Photo Francesco Belsito on Flickr.com. Palazzi Federici, Roma.