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Anche a livello Regionale è un dovere intervenire per la lotta ai cambiamenti climatici. Prima di tutto bisogna accettare che non esistono scenari di reversibilità ai cambiamenti climatici innescati da questo sistema socio-economico che ha oltrepassato i limiti ed è diretto verso il collasso. I limiti alla crescita includono sia il materiale e l’energia che vengono estratti dalla Terra, sia la capacità del pianeta di assorbire gli inquinanti che vengono generati man mano che tali materiali ed energia vengono utilizzati. Bisogna pertanto lavorare per la mitigazione degli effetti ed una reversibilità sul lungo periodo. Più si continua a procrastinare un cambiamento sostanziale, a partire dalle nostre abitudini, più si riducono le opzioni per un futuro a lungo termine dell’umanità e dell’ambiente come lo conosciamo oggi.
In particolare il Governo regionale, sotto la nostra guida, assumerà le seguenti azioni: un assessorato dedicato ad energia, clima e edifici, proprio per riconoscere un ruolo di centralità alla materia; incentivazione anche economica alla riqualificazione edilizia ed energetica degli edifici pubblici e privati, in modo da diminuire la dipendenza energetica e sopperire al residuo fabbisogno attraverso le fonti energetiche rinnovabili; incentivazione delle fonti energetiche rinnovabili attraverso l’istituzione del reddito energetico per le famiglie e basso reddito e attraverso il sostegno alla creazione di comunità energetiche indipendenti; offrire servizi sul territorio attraverso la creazione di sportelli energia. Incidere sui costi dell’energia abbattendo il costo dell’energia per le aziende attraverso una maggiore quota di cofinanziamento regionale per l’efficienza energetica e fonti rinnovabili nelle imprese, finanziato prioritariamente con i fondi FESR, e differenziazione addizionale accise regionali per incentivare usi sostenibili.
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Vorremmo parlare di un grande processo migratorio che troppo spesso passa in secondo piano, ma che in realtà rappresenta una priorità. La migrazione dei nostri giovani all’estero. Abbiamo la necessità di ri-attirare i giovani talenti. Perché riteniamo giusto che i nostri ragazzi vadano all’estero ad apprendere tutte le innovazioni nei settori di loro interesse. La grande sfida è far sì che si tratti appunto di esperienze formative da poter poi riportare a casa loro. La soluzione è quella di creare un contesto favorevole al lavoro di persone capaci, innovative e di alta formazione. Così si attireranno anche i talenti stranieri. Ci vuole poi la stessa cosa in relazione all’attività di imprese dinamiche ed innovative. Servono un quadro normativo e politiche che favoriscano l’insediamento e l’attività di tali imprese, con aperture a nuovi processi produttivi e prodotti.
Tutto ciò che si investe in innovazione e ricerca torna indietro con gli interessi. I ragazzi più meritevoli che fanno ricerca sono sostenuti da borse di studio (es. Marie Curie) che stipendiano l’attività di ricerca e pagano anche la struttura in cui essi fanno ricerca. Ad oggi la maggior parte dei fondi europei vengono dirottati in importanti università come Cambridge: proprio per la presenza di queste menti che provengono da tutta europa. A noi manca questa lungimiranza. C’è chi si perde a parlare di immigrati quando ogni anno da sotto il naso partono i nostri figli e nostri fratelli più brillanti per non tornare mai più.
Per le giovani start-up è fondamentale l’accesso ai fondi europei diretti. Un mondo molto complesso, che la Regione può semplificare per aiutare le realtà virtuose ad instaurarsi in Regione ma con una visibilità europea.
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In un periodo in cui l’economia reale è sottomessa all’economia finanziaria, è chiaro che processi di pianificazione urbana e territoriale siano stati relegati a puro esercizio di stile. La possibilità di far ripartire una stagione di investimenti pubblici, veramente impattanti sul territorio, quali per esempio l’edilizia scolastica e la rigenerazione urbanistica senza consumo di suolo, possono in parte far ripartire il settore. Le distorsioni del mercato sono legate ad una profonda crisi della capacità di investimento del pubblico e del privato, che livella verso il basso sia le richieste sia le offerte. Il processo di incentivazione nazionale alla crescita di lavoro stabile, e alla semplificazione della burocrazia senza venir meno ai controlli necessari, sta partendo ed è l’unica soluzione a medio termine, che porterà un cambio di passo anche a livello regionale.
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il dualismo periferia vs centro si combatte , migliorando le condizioni di vita delle persone, applicando al meglio le misure nazionali contro la povertà, come il reddito di cittadinanza. La pianificazione urbana delle grandi città si sta indirizzando , come nel caso di Torino, verso una visione di ambito metropolitano, e non solo della città capoluogo. Ciò ha conseguenze sul concetto di periferia e di centro come luoghi non più confinati ai limiti comunali, ma come processo di pianificazione e analisi sociologica del territorio, atto a creare legami non vincolati da barriere fisiche, o amministrative.
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Le istituzioni pubbliche hanno un ruolo fondamentale per noi, nel promuovere una stagione di rilancio di opere utili con controlli mirati, ma senza la duplicazione di processi che sono antieconomici sia per il pubblico che per il privato. Il tema del controllo va legato al tema del contrasto alla corruzione, e contrasto alla criminalità, che con le nuova legge anticorruzione approvata dal Governo, ridurrà fortemente alla fonte la possibilità di interferenze criminali sugli appalti pubblici. Semplificazione non vuol dire deregulation, ma ottimizzazione dei processi di controllo, che è già possibile fare.
Giorgio Bertola, 49 anni, nato a Moncalieri, in provincia di Torino. Prima dei 5 Stelle non ha avuto esperienze politiche con altri partiti e per 17 anni ha lavorato in ambito commerciale e come libero professionista. Nel 2014 è stato eletto consigliere regionale nella circoscrizione di Torino, con 1.762 preferenze. È stato presidente della Commissione speciale per la promozione della legalità, componente della Giunta per il regolamento e della Giunta delle elezioni.
Candidato Presidente della Regione Piemonte per il Movimento 5 stelle