Per raccontare cosa fa IN/Arch Piemonte e provare a stilare un primo bilancio dell’anno trascorso dalla presentazione con la conferenza stampa del 6 ottobre 2017, potrei fare un elenco di cose fatte, di iniziative in corso, di progetti per il futuro e raccontare che sono state possibili solo grazie al grande impegno volontario degli iscritti e dei membri del comitato scientifico. Tuttavia preferisco provare a declinare in queste poche righe le parole che accompagnano il nostro lavoro.
L’importanza di fare rete, costruendo percorsi condivisi di ricerca, discussione e collaborazione, è indispensabile per poter avviare azioni e progetti innovativi. Lo scambio e la messa a sistema di esperienze e conoscenze, dei diversi interessi che possono essere rappresentati, pur tenendo conto delle differenze intrinseche di ogni campo d’azione, può permettere la costruzione di interazioni positive ed avere ricadute concrete. Questa consapevolezza ci ha portato sin ora ad avviare una serie di collaborazioni, tra le quali: il protocollo di intesa con Urban Center e la presentazione del lavoro del collettivo internazionale Urban Reports; la realizzazione di una sezione dedicata ad IN/Arch sul Giornale dell’Architettura; il progetto sulla Rigenerazione della montagna con Uncem; la discussione nella tavola rotonda nella redazione di Repubblica Torino, che ci ha permesso di portare a Roma, nell’ambito del Congresso nazionale IN/Arch, i punti di vista espressi dai principali protagonisti del mondo della cultura e dell’imprenditoria torinese; la collaborazione con Etica e sport, per la realizzazione di una sezione del Premio dedicata agli impianti sportivi; il protocollo “Innovaree. Vado a vivere in montagna”, promosso da SocialFare con Accademia Alte Terre, Collegio Carlo Alberto e Uncem, con la partecipazione di Banca Etica, PerMicro, Ubi Comunità, Accademia Maggiora, Reseau Entreprendre ed altri, che ci vede impegnati nell’accompagnamento di nuove imprese nei territori montani piemontesi; la collaborazione su Health Design, con DoRS, Salutearte, Dipartimento di Psicologia UniTo, DAD PoliTo.
Parallelamente abbiamo avviato delle iniziative per costruire occasioni di ricerca e di lavoro. Con il progetto Scandagli, ad esempio, stiamo lavorando per costituire un laboratorio e sperimentare un modello operativo per la rigenerazione di una parte di città, mettendo insieme i rappresentanti delle categorie economiche e dei cittadini, le amministrazioni, e tutti i soggetti interessati dalla trasformazione, con l’intento di costruire le condizioni per il rinnovamento di una porzione di territorio.
L’avvio dei corsi di formazione su Architettura e sostenibilità, gratuiti grazie a un finanziamento del Fondo Sociale Europeo, rappresenta inoltre la possibilità di offrire un contributo per costruire conoscenza e offrire la possibilità di approfondimento dei temi della progettazione sostenibile e della qualità dell’architettura e della costruzione.
Insomma in cantiere ci sono molti progetti, e altri potranno essere avviati con il contributo e le idee di tutti coloro che vorranno mettersi in gioco, condividere con noi questo percorso e costruire una cosmunità di persone che vogliono bene all’architettura.
Luis Barraàan – Casa Barragàn foto di Omar Barcéna da Flickr