Care Lettrici e cari Lettori,
Di ritorno da Roma, dove abbiamo partecipato alla Biennale spazio pubblico 2019, possiamo sintetizzare l’esito della discussione così: l’idea di spazio pubblico nei suoi vari livelli, materiali e immateriali, si colloca come nodo strategico per avviare possibili politiche di governo e per divenire teatro di pratiche sociali e azioni urbane auto-organizzate e condivise. Come? Con quali strumenti? Con quali risorse? Con quali capacità progettuali?
Interrogativi aperti che meritano un approfondimento su cui ci ripromettiamo di lavorare nei prossimi mesi.
A Roma abbiamo portato in mostra e dentro la discussione il nostro progetto Scandagli e i progetti sullo spazio pubblico selezionati tra i tanti che ci sono stati inviati a seguito dell’avviso pubblico lanciato tra marzo e aprile.
Scandagli è un progetto che stiamo costruendo per avviare un processo di rigenerazione nel quartiere di Aurora, dialogando direttamente con gli organismi e le diverse forme individuali e collettive con cui – alla scala minuta – si esprime la realtà sociale, la possibilità di mettere a sistema l’arcipelago frammentato di bisogni, di risorse, di potenzialità, di vocazione all’innovazione.
I 6 progetti sullo spazio pubblico che la giuria, composta da alcuni membri del nostro Comitato Scientifico, ha selezionato rappresentano, invece, un ventaglio ampio di realizzazioni ed ipotesi di modificazione dello spazio urbano – dal ridisegno del verde e delle piazze della città storica, all’arte urbana, alla definizione di luoghi basati sulla sostenibilità ambientale e i l’economia circolare, alla costruzione di processi partecipati di riqualificazione e gestione delle risorse del territorio, a percorsi di rigenerazione e valorizzazione, al ridisegno dei margini urbani.
Tutti i progetti alla pagina Biennale Spazio Pubblico del nostro sito.