IL FASCICOLO DELL’INCONTRO DEL CICLO QUI
DEDICATO AL COMPLESSO DI VIA CANTU’- VIA OREFICI A MILANO
PROGETTATA DALLO STUDIO BARRECA & LA VARRA

Esce un altro fascicolo del ciclo Milano: nuove architetture a confronto, in occasione del quale  Gianandrea Barreca,dello studio Barreca & La Varra, ha presentato l’intervento sul complesso di edifici di via Cantù-Orefici “tassello del grande disegno ottocentesco di piazza Cordusio, luogo intermedio tra il Duomo e il castello Sforzesco, destinato alle funzioni della City milanese (la Borsa, le principali sedi bancarie, la posta centrale)”.

L’intervento realizzato su un complesso nel centro della città, ci ha consentito un’ulteriore verifica dell’identità urbana quale riferimento per gli interventi che il nostro ciclo di incontri mette a confronto. Quando i colleghi Barreca e La Varra l’hanno proposto ho avuto perplessità ad accettare perché già molto identitario ma ho poi valutato che lo snodo urbano che fa riferimento a piazza Cordusio è soggetto a una drastica trasformazione che avviene per consentire un uso differente di edifici esistenti attraverso l’adattamento degli interni che, per quanto appaiano come interventi secondari, modificano profondamente il senso della città.
Ho quindi interrogato gli autori per comprendere come la progettazione architettonica si ponga nei confronti di questi processi, soprattutto considerando che in quanto architetti, abbiamo l’ambizione di esprimere contenuti che si concretizzano nell’offerta ai cittadini di opportunità di relazioni favorite dalla qualità dei luoghi. I colleghi si sono posti nei confronti di questo complesso con molta attenzione filologica e storiografica essendo consapevoli di intervenire su un complesso “ripetutamente riscritto” per ristabilire una sua nuova identità con una serie di piccoli interventi concepiti come “innesti” di carattere contemporaneo con un evidente rispetto della struttura preesistente. Gli autori hanno illustrato esaurientemente gli interventi che hanno presieduto alla riformulazione della funzione complessiva dell’edificio, aprendo verso strada il piano terreno per consentire le attività commerciali, ristrutturando la copertura per ospitare spazi rappresentativi, rispettando la linea di gronda e le caratteristiche originarie dei serramenti, gli aspetti cromatici e l’affinamento del dettaglio di tutti gli “innesti”. L’adeguamento delle prestazioni energetiche è stato attuato operando in modo da rispettarne le caratteristiche architettoniche. Nel complesso quindi gli interventi hanno dato una consapevole e appropriata interpretazione del modo in cui il progetto di architettura può rispondere alla tematica della mutazione quando si interviene su un patrimonio esistente con una forte identità storica.
Il motivo per cui ho ritenuto utile discuterne è perchè ciò che si manifesta sotto i nostri occhi non riguarda semplicemente le nuove funzioni che si svolgono all’interno degli edifici, ma provoca una mutazione dell’identità urbana.
Ma mentre nella maggior parte dei casi le nuove architetture rinnovano lo scenario urbano, in questa situazione l’architettura cambia marginalmente mentre la città assume tutt’altro significato. E gli autori dell’intervento se ne rendono perfettamente conto perché, nel presentarlo, affermano: “Questo insieme di servizi terziari, negli ultimi anni, ha visto l’avvicendarsi di un insieme di funzioni commerciali che hanno radicalmente modificato la percezione di piazza Cordusio: non più il centro della city degli affari, ma uno snodo commerciale e animato tra la piazza della cattedrale e i bar e i negozi di via Dante. In questo senso, Cordusio, se pure in modo meno fragoroso di alcune altre vicende urbane recenti – l’Expo, piazza Gae Aulenti, Citylife – è il segnale all’interno del centro di un radicale cambiamento nella città di Milano.”
Il mio proposito oltre a prendere conoscenza del progetto di Barreca & La Varra molto accurato, che si è proposto di “ridisegnare due edifici più volte riscritti nei quali una corte e gli attici divengono occasioni di innesti contemporanei”, è anche di riflettere sul ruolo che la progettazine architettonica e urbana può svolgere per dare qualità a questi processi di trasformazione funzionale della città.
Immagine tratta dalla pubblicazione.