HUB COMUNITA’ NUOVA
progetto di Sonia Calzoni | Calzoni architetti
Quando abbiamo presentato il complesso progettato dalla collega Sonia Calzoni che ospita l’HUB Comunità Nuova di Don Gino Rigoldi, realizzato nella estrema periferia ovest di Milano in prossimità del carcere minorile Cesare Beccaria, ci siamo interrogati anche in questo caso sul contributo che questa nuova architettura offre all’identità di Milano. In particolare a una periferia urbana che, da questo punto di vista, presenta sicuramente molte carenze.
Questo intervento costituisce il perno, la cerniera, tra il quartiere e le attività che si svolgono al suo interno per assistere una comunità di minori in affido che convive con una comunità di donne sole con figli. Ospita anche famiglie senza casa, dei laboratori per formare giovani al lavoro e spazi per eventi pubblici e privati. Funzioni e attività svolte da differenti associazioni e soggetti che condividono gli stessi spazi.
Il complesso è impostato su un porticato pentagonale che sul lato esterno porta una leggera recinzione metallica, che consente di percepire, lungo gran parte del suo perimetro, lo spazio interno del giardino con l’edificio dell’housing temporaneo che si distingue per la maggior altezza dei suoi cinque piani. Accostati all’esterno del portico, due corpi di differente dimensione e forma irregolare, il centro polifunzionale e i laboratori, determinano un preciso allineamento con la strada e il parcheggio pubblico, mentre il corpo più piccolo degli uffici slitta sfuggendo a possibili registri.
Il complesso è impostato su un porticato pentagonale che sul lato esterno porta una leggera recinzione metallica, che consente di percepire, lungo gran parte del suo perimetro, lo spazio interno del giardino con l’edificio dell’housing temporaneo che si distingue per la maggior altezza dei suoi cinque piani. Accostati all’esterno del portico, due corpi di differente dimensione e forma irregolare, il centro polifunzionale e i laboratori, determinano un preciso allineamento con la strada e il parcheggio pubblico, mentre il corpo più piccolo degli uffici slitta sfuggendo a possibili registri.
Oltre al significativo risultato sociale, l’HUB svolge anche un ruolo di carattere morfologico insediativo per contribuire a riscattare quella parte di città che è scomposta e fortemente condizionata dalla presenza di infrastrutture. Il lungo ponte pedonale che collega i due versanti di via Parri, lungo il corso del Lambro meridionale, ne è la dimostrazione.
Hub, cluster, campus, enclave, isola, centro, insediamento sono termini utilizzati per nominare l’intervento che indicano come sfugga a una definizione univoca. Dal punto di vista architettonico interessa il rapporto tra la sofisticata e complessa planimetria e la composta immagine dell’architettura che si offre alla percezione.
Hub, cluster, campus, enclave, isola, centro, insediamento sono termini utilizzati per nominare l’intervento che indicano come sfugga a una definizione univoca. Dal punto di vista architettonico interessa il rapporto tra la sofisticata e complessa planimetria e la composta immagine dell’architettura che si offre alla percezione.
Una questione che ho evidenziato durante la discussione riguarda il fatto che questo progetto, per le sue caratteristiche di trasparente disvelamento, possa far riferimento a una delicata sensibilità progettuale di genere. La mia osservazione è stata oggetto di rimostranze non solo da parte di alcuni colleghi, ma anche delle colleghe con opposte motivazioni. Ma portando avanti la discussione, e analizzando con maggior attenzione le caratteristiche di questo intervento, alcune sue peculiarità sono risultate riconducibili indubbiamente a una sensibilità di genere.
Il fascicolo QUI