Come è noto in Italia le norme in campo edilizio e urbanistico sono piu complesse e numerose che in Germania, Francia e Spagna calcolate insieme. Un mostro legislativo in continua crescita che rende la professione sempre piu faticosa, e che non di rado genera contrasti tra norme di settore differenti, in un ginepraio dove, sempre più spesso, nemmeno i tecnici delle pubbliche amministrazioni sanno più come muoversi. L’estensione e complessificazione progressiva delle norme riguardanti gli aspetti sismici, acustici ed energetici, tralasciando quelli prettamente edilizi, ha però ulteriori conseguenze che andrebbero osservate anche alla luce della cultura materiale che caratterizza differentemente i luoghi come le architetture del nostro paese.
Le contraddizioni spesso irrisolvibili fra le tradizioni costruttive e le nuove norme, non possono essere sempre risolte in favore dell’adeguamento normativo. Gli esempi sono molteplici. Per quanto riguarda il cappotto in polistirene rivestito con retina di plastica, rasante e intonachino, che, per ragioni soprattutto economiche, è divenuto il materiale piu utilizzato nei rivestimenti di facciata che richiedono il rispetto della normativa energetica, molto si è già detto. Sin da subito si è potuto osservare il conseguente appiattimento e normalizzazione di ogni possibile decorazione o rilievo di facciata, sullo sfondo il drammatico cambiamento di molte architetture del secondo novecento che, non protette dal vincolo, vengono sacrificate sull’altare dell’efficientamento energetico. Per non parlare della evidente contraddizione ecologica: come e quando si potranno smaltire i milioni di tonnellate di materiale plastico utilizzati e non piu riclabili in quanto misti a colla, rasante e intonachino?
Per quanto riguarda le conseguenze della normativa sismica si è invece meno discusso probabilmente perché appare meno evidente. In realtà a seguito del simabonus esistono molti contesti dove il rispetto delle nuove norme in materia di sicurezza antisimica ha generato contraddizioni molto significative. Un esempio lampante sono i paesi montani dove le costruzioni tradizionali in pietra con solai e coperture in struttura lignea hanno subito interventi di consolidamento che nella maggior parte dei casi prevedono l’introduzione di pesanti telai metallici, putrelle e chiavi a vista. Strutture utili ad ingabbiare il fabbbricato esistente costituito di materiale vario e incoerente e pertanto difficilmente adattabile agli schemi di calcolo utilizzati negli standardizzati programmi di verifica strutturale. Accade così che senza alcuna possibilità di appello pilastri metallici posti fuori dalle murature in pietra, putrelle affiancate ai travi in legno, chiavi metalliche esterne in bella vista, hanno caratterizzato la maggior parte degli interventi di restauro realizzati nel rispetto delle normative sismiche. Anche in casi di edifici vincolati dalla Soprintendenza. Il fatto piu surreale è che in moltissimi casi la struttura tradizionale ha, dal punto di vista del comportamento sismico, evidenti vantaggi che nei calcoli difficilmente possono essere considerati. Vantaggi che sono connaturati alla cultura costruttiva locale, specie quando la muratura è in pietra a sacco (murature costituite di due pietre esterne di grandi dimensioni riempite con pietrame piu minuto e sabbia) con travi in legno annegate nella muratura perimetrale.
Altro esempio eclatante è costituito dall’architettura tradizionale delle isole Eolie, dove la struttura non solo è particolarmente adatta alla resistenza sismica (muratura in pietra lavica e calce, solai tradizionali costituiti in travi di legno sormontati da cannicciato, pietrame leggero e strati di cemento e calce) ma è anche particolamente adatta al caldo clima estivo. La presenza della pietra lavica nelle murature in forti spessori, il cannicciato a soffitto, i solai molto alti e provvisti di fori per l’areazione, garantiscono un comportamento termico adeguato. Oggi molti di questi solai per ragioni strutturali nonché economiche sono stati sostituiti da solai prefabbricati o in latero-cemento necessariamente isolati con materiale plastico.
Moltissimi sono gli esempi di accorgimenti e tecniche costruttive ideate nel corso dei secoli che, a seconda delle tradizioni e dei saperi locali, rispondevano almeno parzialmente alle prestazioni strutturali ed energetiche che oggi dovrebbero essere garantite da norme tecniche del tutto indifferenti ai contesti storici, culturali e materiali. Scrivendo queste poche righe mi sovviene però l’atroce dubbio: che queste considerazioni possano portare il legislatore ad introdurre ulteriori norme a tutela delle tradizioni costruttive locali, in aggiunta (e talvolta in netta contraddizione) a quelle che già nutrono l’enorme mostro.