IN/Arch Piemonte e il dibattito sulla Torino/Lione.

Con una lettera inviata ieri al Presidente Sergio Chiamparino ed alla Sindaca Chiara Appendino, IN/Arch Piemonte chiede loro un incontro per presentare la nostra proposta di realizzare a Torino un centro di documentazione pubblico, visitabile e consultabile da chiunque voglia approfondire in autonomia il tema della Torino /Lione. 

Vogliamo rilanciare così, oltre agli interventi che ospitiamo sulla nostra newsletter (la settimana scorsa orientati al SI questa settimana orientati al NO), la discussione sulla proposta di realizzare un luogo dove, attraverso gradi progressivi di approfondimento ed a partire da un approccio di carattere divulgativo fino a giungere a livelli di approfondimento scientifico, sia possibile conoscere e formarsi un’idea diretta sull’opera .

Come abbiamo affermato nell’intervista rilasciata a Repubblica Torino, la proposta non è del tutto originale, ma prende le mosse sulla falsariga dell’esperienza realizzata per la stessa opera dai francesi, dunque si tratterebbe solamente di “copiare” in modo intelligente. 

Vogliamo chiedere dunque al Presidente Chiamparino ed alla Sindaca Appendino il loro sostegno, perchè siamo convinti che chiarezza ed informazione diffusa siano la base per evitare l’escalation di conflitti sociali e pensiamo che a prescindere dalle loro singole posizioni sull’opera, questo sia un obiettivo che possono condividere. Ma lo chiediamo anche perchè IN/Arch si candida a pensare nel dettaglio e poi a gestire il centro di documentazione, ma si tratta di un’attività per la quale occorre condivisione per aver titolo a raccogliere e divulgare sistematicamente le informazioni ed inoltre per quanto non di grande entità, risorse economiche che IN/Arch non è in grado di mettere a disposizione.

IN/Arch Piemonte esprime al proprio interno posizioni differenti, ma la discussione non è conflittuale e dunque capace di trovare sintesi interessanti questo può essere garanzia di imparzialità nella raccolta e gestione dei dati.

Nella precedente news letter, la Presidente Paola Valentini ha esposto elementi di dubbio sul tema; personalmente invece, io non ho dubbio alcuno sulla necessità ed efficacia dell’opera. Questa differenza, non ci divide nella proposta di merito che come IN/Arch abbiamo fatto.

Personalmente sono profondamente convinto e più volte l’ho riaffermato, che quasi mai i temi che riguardano il territorio si possano sintetizzare e risolvere con un SI oppure con un NO: ciò che deve prevalere è sempre il COME.

Nel caso della Torino/Lione il dubbio per quanto mi riguarda si è risolto da parecchi anni ed in particolare dal momento in cui appunto da Lione/ Milano è diventata Lione/ Torino. Un dubbio dunque che non riguardava tanto la necessità di investire sui corridoi europei di traffico ed in particolare il n°5 in questione, quanto la ricadute positive al passaggio sul territorio torinese e piemontese.

Il fatto che originariamente il nostro territorio ne fosse attraversato senza soluzione di continuità e dunque senza “nodi di rete”, lo teneva estraneo alla connessione internazionale della nuova infrastruttura, sulla quale si sarebbero concentrati investimenti e traffici di persone e di merci per il futuro. La nostra area territoriale non poteva essere né punto di arrivo né punto di partenza nella rete che si andava formando e dunque essendone esclusa condannata all’emarginazione ed al declino. Sono innumerevoli nella storia gli esempi di declino di città e di aree conseguenti alla trasformazione dei flussi commerciali e di persone.

Circa dieci anni fa, a seguito di discussioni e contestazioni, il tracciato della Torino / Lione è cambiato, ha considerato e progettato il transito da Torino ed i dubbi che avevo sull’opera si sono definitivamente sciolti, rimossi senza incertezze ed il tema del COME, che non si deve abbandonare, si è stabilizzato senza incertezze nel campo del SI.

Quale tuttavia la base di partenza per questo percorso personale condotto sul tema della TAV? La conoscenza e l’informazione, l’opportunità di poter approfondire la questione secondo capacità e interesse, formando ed in qualche  modo trasformando l’approccio sull’opera. Non voglio dire che per taluni il percorso possa anche essere inverso convincendosi quindi attraverso la conoscenza di dettaglio che l’opera non vada fatta, affermo però che solo attraverso la conoscenza e l’informazione, purchè veritiera, ognuno possa scegliere consapevolmente e esprimere il proprio punto di vista.

Per questa ragione sono fortemente motivato a sostenere la proposta di realizzare a Torino un centro di documentazione pubblico, sono convinto che sia utile anche a mitigare un possibile scontro sociale.