Dal 2001 mi occupo di territorio all’interno di un Ente Locale capoluogo di provincia nel cuore del Piemonte Orientale, la parte della Regione che gode della prossimità di Milano, soffre dell’essere retrovia di Torino ed è spinta dalle Pennine a guardare Genova.  Questa condizione fa sì che si sia attraversati ininterrottamente da flussi di merci e di persone lungo tutte le rotte e con tutti i mezzi di trasporto oggi disponibili.

Questo pezzo di Piemonte vede da sempre i flussi di traffico come qualcosa di positivo, cerca di goderne il più possibile e di ridurne necessariamente gli impatti. 

Gli Svizzeri, che vivono al di là delle Pennine, tra i monti, sanno quanto la difesa del territorio sia importante e dal 1994 hanno vietato il transito degli autotreni nel loro Paese, riducendo così gli impatti ambientali e migliorando la loro competitività in termini di costi e di tempi logistici.

Gli strumenti di pianificazione territoriale di questa parte di Piemonte, a partire dal 1994, grazie agli Svizzeri, ma ancor più dal 1997, sulla scorta della Decisione 1962/96/CE  hanno colto il Corridoio 3 Mediterraneo e il Corridoio 5 Scandinavo-Mediterraneo , che si incrociano a Novara, come grandi occasioni per togliere le merci dalle strade, ma soprattutto dagli autotreni e caricare i container sui treni, più veloci, trasformando la logistica nell’ultima fase della produzione e creando nuovi posti di lavoro. 

Sulla base di strategie condivise a livello europeo i territori hanno quindi valutato, pianificato, progettato e costruito ipotesi di sviluppo.

I “Corridoi” dovrebbero essere tutti attivi entro il 2030,  non fare la TAV vorrebbe dire non portare a termine un progetto strategico europeo, oltre ai piani territoriali di chi ha voluto cogliere l’opportunità e la sfida di ripensare le rotte commerciali, comprendendo l’importanza delle connessioni e soprattutto l’importanza ambientale che la nuova infrastruttura rappresenterebbe. 

Sono state sviluppate le analisi di fattibilità economica e finanziaria per elaborare i progetti logistici e gli strumenti urbanistici e territoriali di questi territori,  tenendo conto delle analisi di fattibilità economica e finanziaria dei tratti di Corridoi che ci intersecano. 

Sulla base di questi elementi di conoscenza e di riflessione non dubito della valenza dell’opera e penso che la Commissione Ministeriale debba tenere conto dei molti riflessi positivi che essa produrrebbe sui territori, anche lontani dalla Valsusa, allargando lo sguardo all’intera Regione e non solo.

La proposta di IN/Arch Piemonte di costituire un luogo pubblico dove le informazioni siano chiare e accessibili a tutti è una possibilità concreta di avviare un percorso di condivisione delle scelte e di comprensione delle ragioni del pro e del contro del progetto dell’alta velocità.

foto di chelsea-london-phillip su unsplash.com