Il traffico

Si è effettuata un’analisi dei dati di traffico di veicoli pesanti tra Italia e Francia – comprendente i passaggi ai trafori del Frejus, del Monte Bianco e alla frontiera di Ventimiglia (1) – nel periodo 2012-2017, scelto in quanto caratterizzato da una ripresa di traffico dopo un periodo di calo, che ha visto nel 2013 il punto più basso dal 1998. Sulla base del trend di tale periodo, si è ipotizzato un incremento di passaggi, fino al 2050 (2), secondo l’andamento lineare rappresentato nel seguente diagramma.

L’inquinamento dell’aria

Le sostanze inquinanti dell’aria, emesse dai veicoli pesanti, sono, in misura maggiore, gli Ossidi di Azoto (NOx), e, in percentuali più ridotte, i particolati (PM10 e PM2,5) (3). Si aggiunge, come per tutti i veicoli con motore a combustione, l’Anidride Carbonica (CO2). Quest’ultima ha effetti sui cambiamenti climatici, mentre i primi incidono sulla salute. Si è, quindi, svolta un’analisi delle emissioni in atmosfera di NOx e CO2 da veicoli pesanti (esclusi i bus) nei comuni attraversati dall’autostrada A32, che percorre la Val di Susa, per il 2013 (4). Dividendo il totale delle emissioni per il numero di passaggi nel medesimo anno (), si evince il dato di emissioni per veicolo, come risulta dalla figura che segue.

Comparando il dato di emissioni per veicolo con i numeri dei passaggi indicato per il trend 2030-2050, si evince il dato delle emissioni totali medie annue, come risulta dal grafico che segue. In tale valutazione, si è ipotizzato un decremento annuo di emissioni del 5%, dovuto al rinnovo prevedibile del parco veicoli con motori più performanti.

I rischi per la salute

I rischi per la salute causati dalle emissioni dei veicoli pesanti sono, principalmente, di due tipi:

  • malattie dei sistemi respiratorio e cardiovascolare, correlate agli NOx;
  • incidenti stradali.

Per quanto riguarda il primo, diversi studi hanno analizzato il problema (6) (7) (8), ma non ne è scaturita una precisa quantificazione del rischio di mortalità connesso alle emissioni di NOx, in quanto le variabili in gioco sono molteplici e dipendono dalle situazioni specifiche del sito in esame.

Per una valutazione corretta degli effetti sugli abitanti della Val di Susa, sarebbe necessario uno studio epidemiologico ad hoc. In assenza di tale studio, si sono ipotizzati diversi scenari, basati sulle stime dei rischi di mortalità indicati dall’ISTAT, per l’area metropolitana di Torino, riferiti al 2015, rapportati alla popolazione totale residente nei comuni attraversati dalla A32, al 2107, come segue.

Conclusioni

Ipotizzando che un quinto dei rischi di mortalità sia causate dalle emissioni di NOx, equivalente a 30 morti all’anno (inclusi gli incidenti stradali), le morti complessivamente evitate dal 2030 al 2050, se la TAV fosse funzionante, come previsto, dal 2030, sarebbero 591.

Si deve considerare, inoltre, il contributo che può essere dato dalla riduzione delle emissioni di CO2, principale componente dei gas serra, che causano i cambiamenti climatici nefasti generati dal surriscaldamento dell’atmosfera nei bassi strati.

(1) Fonte: database ALPINFO.

(2) La scelta di tale limite configura un ventennio dalla data del previsto avvio della TAV.

(3) Fonte: European Union emission inventory report 1990-2016, EEA Report No. 6/2018, p. 32. 

(4) Fonte: IREA (Inventario Regionale Emissioni in Atmosfera), ultimo anno disponibile.

(5) Fonte: SITAF SpA.

(6) Zhang, K., Batterman, S. (2013). “Air pollution and health risks due to vehicle traffic”, HHS Public Access.

(7) AA.VV. (2002). “Association between mortality and indicators of traffic-related air pollution in the Netherland, The Lancet, Vol 360, October 19.

(8) AA.VV. (2000). “Public-health impact of outdoor and traffic-related air pollution: a European assessment”, The Lancet, Vol. 356, September 2.

Nella foto la Stazione di Reggio Emilia AV Mediopadana di Santiago Calatrava architects & engineers