9° INCONTRO DEL CICLO RITRATTI: ARCHITETTI E ARCHITETTURE DEL SECONDO NOVECENTO IN PIEMONTE
“Federagrario” ora centro Congressi Regione Piemonte, corso Stati Uniti n. 21
7 MARZO 2022 | ORE 17,30 | AULA 1V | CASTELLO DEL VALENTINO | VIALE MATTIOLI 39 | TORINO
Moderatore: Elena Dellapiana – PoliTO
Relatori:
Mario Alberto Chiorino, professore emerito Politecnico di Torino
Paola Gribaudo, Presidente Accademia Albertina di Torino
Luigi Masella, ingegnere progettista
Guido Montanari, Politecnico di Torino
Per l’incontro sono stati richiesti al CNAPPC 2 Crediti Formativi professionali per gli architetti di tutta Italia
Incontro pubblico in presenza.
Ingresso gratuito per il pubblico e i soci IN/Arch. Gli architetti che non sono iscritti ad IN/Arch e che desiderano i crediti dovranno pagare € 6 per i diritti di segreteria.
La registrazione dei partecipanti avrà inizio alle ore 17,15 per evitare assembramenti.
Per partecipare all’incontro occorre iscriversi sulla piattaforma di Eventbrite e all’ingresso occorre presentare il Green Pass e indossare la mascherina.
“Federagrario” ora centro Congressi Regione Piemonte, corso Stati Uniti n. 21. (1971-1973)
Sull’ampio Corso Stati uniti, a margine dell’ex piazza d’armi, in un’area ove da metà Ottocento erano previste palazzine e giardini privati, Amedeo Albertini (1916-1982), progetta e realizza un imponente edificio elevato a 8 piani con destinazione uffici e sala congressi, per una prestigiosa sede bancaria. Il progettista è un protagonista dell’architettura italiana del secondo Novecento.
Formatosi al Politecnico di Torino, ha lavorato a lungo con Vittorio Bonadè Bottino all’Ufficio Costruzioni Fiat, ha realizzato a Torino, tra l’altro, il Museo dell’automobile, gli ex uffici Fiat di corso Marconi, i palazzi delle assicurazioni SAI lungo il fiume Po, il palazzo per uffici di corso Cairoli ed è stato attivo anche a Milano, Roma, Napoli e all’estero.
L’architetto concepisce una vistosa struttura portante in cemento armato realizzata con giganteschi travi ammorsate sugli angoli e sostenute da pilastri cilindrici. Poco presente nel panorama italiano, secondo un approccio che sembra riecheggiare alcune opere lecorbusiane, ma soprattutto ricorda alcune megastrutture progettate da Kenzo Tange, costituendo una testimonianza rara nel panorama italiano di una stagione di ricerche di rilevanza internazionale, citata in letteratura. Il progetto strutturale è stato elaborato dall’ingegnere Cesare Castiglia (con gli ingegneri Giulio Pizzetti, Luigi Masella, Mario Alberto Chiorino, G. Losana), con l’adozione di tecniche avanzate, tra cui l’impiego di diaframmi in bentonite nelle operazioni di scavo delle parti interrate, setti a diaframmi per le fondazioni e travi di grandi luci precompresse, messe in tensione in opera. Il primo piano fuori terra è sospeso con tiranti in acciaio saldati alla trave sovrastante, una centinatura particolare è stata usata per il getto in opera della grande trave in cemento armato della copertura, realizzata per “alleggerire” visivamente gli ultimi piani. L’utilizzo di acciaio Corten per i pilastri sul retro, è stata un’assoluta novità a livello torinese e nazionale.
L’opera si articola in due blocchi simmetrici incernierati al centro e sulla tradizionale tripartizione verticale, sottolineata da un basamento trasparente leggermente arretrato rispetto alla facciata e dalla diversa sezione dei grandi pilastri cilindrici posti agli angoli, più massicci alla base e più leggeri all’estremità, ove si trasformano in colonne di acciaio. Allo stesso modo il fabbricato si arretra negli ultimi due piani vetrati e protetti da un massiccio cornicione in cemento armato. La facciata è caratterizzata da serramenti a fasce orizzontali continue, provvisti di ante scorrevoli, di sistemi di oscuramento esterni e cristalli atermici.
L’adozione di risorse tecnologiche avanzate dimostra l’interesse per una cultura materiale e tecnica non solo locale. Perizia tecnica che è però coniugata con una raffinatezza dei dettagli interni particolarmente evidente nella scala curva che accoglie i visitatori nella hall, caratterizzata dal Logogrifo (1971), una imponente scultura in bronzo (cm 300 x 98) di Ezio Gribaudo.
Committenza: Banca Federagrario
Utilizzo: uffici
Progettisti: Amedeo Albertini, strutture ingegnere Cesare Castiglia (con Giulio Pizzetti, Luigi Masella, Mario Alberto Chiorino, G. Losana)
Cronologia: 1971 | 1973
Indirizzo: Corso Stati Uniti 21