d7° INCONTRO DEL CICLO RITRATTI: ARCHITETTI E ARCHITETTURE DEL SECONDO NOVECENTO IN PIEMONTE

7 FEBBRAIO 2022 | ORE 17,30 | AULA 1V | CASTELLO DEL VALENTINO | VIALE MATTIOLI 39 | TORINO

Moderatore: Davide Derossi, IN/Arch Piemonte

Relatori : Maria Luisa Barelli, Davide Rolfo – PoliTO

Per l’incontro sono stati concessi dal CNAPPC 2 Crediti Formativi professionali per gli architetti di tutta Italia, autorizzazione prot. 80/2022

Incontro pubblico in presenza.

Ingresso gratuito per il pubblico e i soci IN/Arch. Gli architetti che non sono iscritti ad IN/Arch e che desiderano i crediti dovranno pagare € 6 per i diritti di segreteria.

La registrazione dei partecipanti avrà inizio alle ore 17,15 per evitare assembramenti.

Per partecipare all’incontro occorre iscriversi sulla piattaforma di Eventbrite e all’ingresso occorre presentare il Green Pass e indossare la mascherina.

Sergio Jaretti (1928/2017) ed Elio Luzi (1927-2006) hanno lavorato insieme per circa un ventennio, poi, dal 1974 hanno diviso le loro strade professionali. Lo straordinario sodalizio professionale della coppia è stato caratterizzato sin da subito – pur nella diversità di atteggiamento e con punti di vista, anche ideologici, talvolta opposti – da un’acuta insofferenza per le soluzioni precostituite, da un’ansia di sperimentazione.

La prolifica stagione degli anni sessanta vede la realizzazione di una lunga serie di edifici, perlopiù residenziali, che vanno dalle case di via Saluzzo (1960-62), corso Orbassano (1961-63), via Curtatone (1962-65), alla loro casa in via Borgofranco , fino alle torri Pitagora (1963-68). Accanto ai temi edilizi, negli stessi anni vengono condotte incursioni nel campo del design, con gruppi dalla geometria variabile (La Disegnofila, Anonima Design).

Dopo la separazione lo studio di Jaretti e il parallelo gruppo “Il Pensatoio” si occupa di studi e consulenze sull’uso del colore, politiche territoriali, progettazione partecipata, mentre la ricerca progettuale di Elio Luzi si concentra sulla residenza e l’articolazione degli spazi dell’abitare.

TORRI PITAGORA – Elio Luzi e Sergio Jaretti, Torino

Realizzate per l’impresa edile Manolino le Torri Pitagora fanno parte delle “residenze alte” costruite a Torino a seguito della forte crescita demografica della periferia sud della città. Collocate nell’area compresa tra i corsi Siracusa, Orbassano e Cosenza, le 3 torri di varia altezza occupano un lotto irregolare e si sviluppano ben oltre la cortina edilizia del contesto. La torre più alta (dieci piani) è anche quella più articolata che occupa la testa del lotto triangolare direttamente verso piazza Pitagora.

La seconda si eleva per otto piani ed ha un aspetto più compatto, la terza di nove piani chiude l’intervento su corso Siracusa ed è caratterizzata da alcune scale a chiocciola che collegano gli appartamenti dell’ultimo piano ai terrazzi pensili. I tre grandi i volumi sono tenuti insieme da un lungo porticato aperto a pilotis che ospita gli ingressi alle abitazioni ed alcune attività commerciali.

Tutte e tre le torri aumentano la sagoma procedendo verso l’alto con volumi e balconi a sbalzo, disposti in modo variabile. Un’articolazione dei volumi che corrisponde ad una maggiore ampiezza degli alloggi e ad una attenta disposizione di differenti modi di abitare. Non si tratta pertanto di una articolazione compositiva ma bensì di una ricercata complessità delle cellule edilizie, ciascuna provvista di un suo preciso rapporto con l’esterno. Ogni alloggio di taglio medio-piccolo (80-90 mq) si raccoglie attorno ad una zona giorno sempre collegata ad un terrazzo esterno. Anche i balconi crescono di ampiezza man mano che si procede in altezza, ricercando sempre una ambiguità esplicita tra gli spazi interni ed esterni. Gli sbalzi più ampi, solo nella torre più alta, sono sorretti da grandi e vistose mensole in cemento armato a vista. Tutto il fabbricato è realizzato con una struttura in cemento armato e mattoni a vista, quest’ultimi disposti di coltello con lo stampo rivolto verso l’eterno. Gli stessi mattono sono talvolta disposti perpendicolarmente alla facciata a generare delle “cuciture” che segnano verticalmente i prospetti. I balconi sono protetti da parapetti realizzati in vetro retinato traslucido che cambiano di colore a seconda dello spazio che racchiudono: verdi per gli spazi esterni dei soggiorni, violetto e di maggiore altezza per la aree esterne dedicate agli stenditoi.

L’ostentazione e l’articolazione accentuata di elementi costruttivi ordinari si inserisce all’interno di un atteggiamento volutamente antiretorico e antindustriale, in opposizione alla ripetizione tipologica e costruttiva generata nell’espansione urbana di quegli anni.

Le torri Pitagora rappresentano una delle opere più mature e magistrali del duo Luzi-Jaretti e avranno una forte conseguenza sulle generazioni di architetti che fino ai giorni nostri opereranno nell’ambito della costruzione ordinaria della città.

Committenza: Impresa Manolino

Utilizzo: Appartamenti e negozi

Progettisti: Elio Luzi e Sergio Jaretti

Cronologia: 1963-68

Indirizzo: Corso Siracusa 152-158

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Con il patrocinio e la collaborazione di:

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