6° INCONTRO DEL CICLO RITRATTI, architetti e architetture a Torino e in Piemonte nel secondo ‘900
LUNEDÌ 6 DICEMBRE 2021 ORE 17,30/20,00 | URBAN LAB TORINO | PIAZZA PALAZZO DI CITTÀ, 8/F.
Moderatore: Sergio Pace
Relatori: Marianna Gaetani, Vittorio Nascè
Per il corso sono stati chiesti al CNAPPC 2 Crediti Formativi professionali per gli architetti di tutta Italia.
Incontro pubblico in presenza. Ingresso gratuito per il pubblico e i soci IN/Arch. Gli architetti che non sono iscritti ad IN/Arch e che desiderano i crediti dovranno pagare € 6 per i diritti di segreteria.
Per partecipare all’incontro occorre iscriversi sulla piattaforma di Eventbrite e all’ingresso occorre presentare il Green Pass.
Aldo Morbelli, Domenico Morelli, Fabrizio de Miranda, Grattacielo della Rai (1962-1968) – Torino
Tra i primi edifici alti costruiti a Torino nel secondo dopoguerra, il grattacielo Rai ha contribuito fortemente al dibattito sul mutamento più o meno opportuno dello skyline cittadino. A fronte delle continue richieste da parte della Rai di aumentare la capacità edificatoria, i progettisti hanno disegnato un corpo alto sviluppato su 18 piani fuori terra, appoggiato su una piastra di cinque/sei livelli che occupa l’intero isolato, compreso tra le vie Cernaia, Guicciardini e Ruffini, e la piazza XVII Dicembre.
Se la rottura con il tessuto circostante è evidente nella nuova e imponente volumetria, l’edificio cerca il dialogo e la continuità con l’edilizia ottocentesca attraverso la reinterpretazione in chiave moderna del portico che si affaccia su via Cernaia. Il grande parallelepipedo rappresentato dal grattacielo ha un’altezza di 72 metri, e si innesta su due corpi più bassi che proseguono allineamenti e dimensioni delle preesistenze, risolvendo con un arretramento l’altrimenti poco felice risvolto verso la piazza e il terrapieno del cavalcavia ferroviario (poi demolito).
L’edificio è uno dei primi realizzati a Torino con una struttura in acciaio, struttura che, per via della snellezza della torre, è stato oggetto di studi e indagini specifiche che hanno accompagnato lo sviluppo dell’intero progetto. I prospetti presentano una vistosa pilastratura metallica che segna tutto il fabbricato, e contiene una facciata continua realizzata in lastre di vetro e profili di alluminio. L’effetto è quello di una preziosa tessitura tecnica che gioca sul doppio registro (struttura esterna e involucro), abbinato a una elegante variazione cromatica degli elementi metallici che la costituiscono.
Lo sviluppo verticale, accentuato dalle partizioni di facciata, è concluso sulla terrazza sommitale da un’ampia pensilina sporgente e staccata dal volume, che genera un effetto di alleggerimento della imponente massa edilizia. La struttura a vista evoca alcune precedenti opere newyorkesi degli anni Cinquanta (dalla Lever House di Gordon Bunshaft, al Seagram Building di Mies van der Rohe). La realizzazione dell’edificio è stata seguita per lo più da Morelli e dalla nutrita squadra di ingegneri strutturisti – capitanata da de Miranda – essendo nel frattempo venuto a mancare Morbelli.
L’intero fabbricato, abbandonato dalla Rai nel 2014, anche per via della presenza massiccia di coibentazioni in amianto, è stato recentemente acquisito da una società di sviluppo immobiliare per una sua prossima rifunzionalizzazione.
Committenza: Rai
Utilizzo: Direzione amministrativa della Rai
Progettisti: Aldo Morbelli e Domenico Morelli, con Fabrizio de Miranda
Cronologia: 1959–61 (progettazione) 1961–68 (cantiere)
Indirizzo: via Cernaia 33, Torino
foto di Davide Derossi
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