Come tutte le crisi profonde, quelle capaci di produrre cambiamenti veri, anche quella del Covid 19 sarà portatore di novità, non tutte piacevoli, ma ritenute necessarie da Governi ed opinione pubblica. L’elenco è sotto gli occhi di tutti, a cominciare da nostro quotidiano, per esempio, per uscire di casa non bisogna dimenticare, oltre alle chiavi e al cellulare, mascherina e guanti!

In questo contesto, in via di definizione, ho la netta impressione che tra le scienze che potranno avere un rilancio vi possano essere quelle legate all’urbanistica e alla progettazione.

Come non vedere i limiti e le opportunità legate al tessuto urbano messo a dura prova dal Covid 19? Pensate alla fortuna di chi in questi mesi ha avuto un balcone grande o addirittura un terrazzo, oppure a quei fortunati con un parco a 200 metri da casa!! Per non parlare della possibilità di auto isolarsi in casa, magari avendo l’uso esclusivo di un bagno e di una cucina, oppure, pensate alle conseguenze dello smart working, puoi farlo in salotto o sul tavolo della cucina? Sì se si tratta di qualche settimana, poche, ma se diventa una forma di lavoro stabile, anche la postazione deve essere dignitosa.

Per non parlare degli effetti che si avranno sulle attività, da quelle commerciali alle sportive, dalle scuole agli uffici.

Penso che tutti i paradigmi oggi noti saranno messi in discussione. Ci sarà un prima e un dopo, anzi la sigla è già pronta A.C. e D.C. – Ante Covid e Dopo Covid. Forse sto esagerando. Molto più prosaicamente e per dare l’idea, ai più anziani, penso ai cinema fino al 1993, quando si entrava in qualunque momento e si poteva addirittura fumare, ai cinema fino al 2019 che sappiamo con entrata regolamentata e solo ad inizio spettacolo. I prossimi come saranno?

Secondo me, per urbanisti ed architetti ci sarà molto lavoro nuovo, ma bisogna “vederlo” ed essere pronti.

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