Valentina Sganga candidato Sindaco di Torino per il Movimento 5 stelle e Europa Verde risponde alle 9 domande di IN/Arch.
IN/Arch – Quale incidenza potranno avere sulla città di Torino i processi globali che la investono, legati a clima, ambiente, nuove migrazioni? Quali strategie proponete per mitigarne le minacce e – se possibile – sfruttare le opportunità?
V.S. – La Divisione Ambiente del Comune di Torino ha varato, lungo il nostro mandato, la pianificazione dell’adeguamento alle intemperie e calamità naturali rivolto alle industrie ed aziende che devono poi fare i conti con i danni indotti, volto a fare prevenzione, manutenzione e progettazione finalizzata a prevenire i suddetti.
Abbiamo recuperato molto suolo consumato, importante pratica per diminuire le isole di calore e recuperare acqua piovana, e continueremo su questa strada per indirizzare sia i progetti attuali che quelli futuri su questa buona pratica. Nel progettare il nuovo Verde, si è indirizzato le trasformazioni urbanistiche verso l’attenzione alle specie autoctone e alla biodiversità (servizi ecosistemici).
Per la qualità dell’aria è nota la nostra campagna pro attiva per la mobilità dolce e sostenibile che continueremo ad integrare nel tessuto, ed oltre più con la rete di infrastrutture dei trasporti metropolitani.
I – Con quali interventi prevedete di intervenire per “ri-socializzare” le parti di territorio escluse dai processi di riqualificazione degli ultimi anni? Progettate specifiche azioni di contrasto nei confronti delle disuguaglianze che l’attuale modello di sviluppo sembra invece progressivamente amplificare sul tessuto fisico e sociale della città?
V.S. – I valori d’indirizzo sono:
- coniugare lo sviluppo urbanistico ed edilizio con un’alta valenza ambientale;
- creare servizi di prossimità, indifferentemente in ciascun quartiere, utilizzando spazi ed immobili pubblici e privati, in chiave lancio di “servizi quotidiani a portata di 15 minuti”;
- creare spazi per l’aggregazione e per la cultura diffusi;
- individuare nuovi criteri commerciali che aiutino il piccolo commercio ed evitino la sua scomparsa;
- mantenere salde le attività produttive esistenti, affiancandole a nuove attività produttive a basso impatto ambientale, mediante il sostegno all’innovazione tecnologica, al comparto meccanico di alta qualità, agli incubatori di imprese, ai centri di ricerca, alla crescita del comparto enogastronomico, allo sviluppo della green economy, alla creazione di nuove forme di turismo sostenibile, nonché attraverso il potenziamento di una rete turistica interconnessa alla fruizione dei parchi attrattivi e alle residenze regie del Theatrum Sabaudiae.
Con queste premesse, rilanceremo il comparto dell’edilizia ed utilizzeremo tutti i finanziamenti pubblici ad oggi esistenti e disponibili, tra cui i nuovi piani di finanziamento europei, per potenziare le risorse e sviluppare quei progetti che interessano il patrimonio cittadino, di servizi e beni immobili (Scuole, Biblioteche, Case del Quartiere, Servizi Civici decentrati, Edilizia sociale e culturale), in generale come motore di sviluppo sociale diffuso sul territorio cittadino.
Per rivitalizzare i quartieri, in connubio alla salvaguardia del piccolo commercio succitato, sono state sperimentate le micro-pedonalizzazioni (sul modello Barcellona), anche temporanee, la messa in rete dei giardini di quartiere mediante le feste di via e le iniziative nei fine settimana volte al coinvolgimento delle disomogenee realtà sociali, organizzando occasioni di condivisione del tempo libero tramite giochi, sport e spettacoli.
I – La Variante di Piano rappresenta una scelta “programmatica” per la Giunta uscente, ma lascia aperti molti interrogativi e fa sì che quella pagina sia ancora in gran parte da scrivere: come intendete proseguire e concludere il processo di redazione della Variante di Piano?
V.S. – La Variante di Piano, con la grande mole di lavoro svolto, rappresenta un patrimonio da sfruttare per la prossima amministrazione, a partire dagli studi effettuati, dalle collaborazioni con gli Atenei e gli Ordini professionali e tutti gli altri enti coinvolti.
Nel frattempo, però, l’Amministrazione Appendino si è impegnata, in questi anni, a far partire la riqualificazione di molti vuoti urbani, dall’ex MOI alle ex-OGM fino all’ultimo atto sulla ex Nebiolo. Abbiamo iniziato, e continueremmo quindi, a favorire la nascita di incubatori di imprese, centri di arte e cultura (esempio Cavallerizza), residenze universitarie accessibili, sperimentazioni tipo la “casa-bottega”, ed a offrire sostegno al piccolo commercio, per rinsaldare il tessuto urbano e far tornare vivaci e frequentate sia le vie del centro che quelle del resto della città.
In ottica di limitazione e recupero del consumo di suolo, ci si prefigge la riqualificazione di un ingente patrimonio immobiliare già esistente, in primis quello pubblico, tutelando e valorizzando i beni comuni, grazie anche ai nuovi, ed ai ri-aggiornati, Regolamenti Comunali riguardanti la gestione dei Beni Comuni e delle Concessioni dei Beni immobili.
Si farà richiamo ed appello agli ordini professionali e alle categorie dei tecnici, a partecipare ai processi di ideazione (concorsi di idee completamente finanziati) e co-progettazione, secondo le diverse iniziative che si porranno in campo rispetto al diversificato parco immobili: quelli non utilizzati, quelli in stato di degrado, e quelli richiesti dai soggetti attivi della città in concessione.
I. – A chi, a quale istituzione, a quale ente, a quale categoria spetterà la responsabilità e l’iniziativa di orientare le logiche di insieme e dare avvio a progetti concreti per ridisegnare il rapporto tra la città fisica e quella sociale?
V.S. – Ovviamente alla Nuova Giunta, in concerto con i corpi intermedi degli Ordini Professionali tecnici, chiamando al tavolo di concertazione tutti gli operatori sociali ed economici della Città, associazioni di cittadini in primis.
I. – É possibile concepire l’avvio di azioni progettuali (non solo in senso architettonico) che possano rendere concreto e prossimo il recupero di alcuni grandi edifici e aree abbandonate, intese come risorse di una città rigenerata?
V.S. – Come ampiamente detto, molto è stato fatto da questa Amministrazione: ex MOI, Grattacielo RAI, sede TOROC, stazione Porta Susa storica, ex Nebiolo, PUR Cavallerizza e molto altro. A nostro parere, c’è da lavorare e continuare il lavoro di questi 5 anni di Amministrazione Appendino. Si è lavorato con Sistemi Urbani sulle aree inutilizzate delle Ferrovie, e si è lavorato molto con gli Atenei della Città così come con il Demanio (Federal Building). Come sopra detto, è in previsione un forte investimento e rivalutazione dei beni immobili pubblici.
I. – I necessari e urgenti interventi di contrasto alle minacce ambientali non possono che gravare per la maggior parte su un bilancio pubblico che nella nostra città presenta severe criticità ormai strutturali. Ritenete di poter assumere un impegno in questa direzione, senza gravare ulteriormente sul patrimonio della città e sulla qualità della vita dei suoi abitanti?
V.S. – I Fondi PNRR andranno indirizzati a tale scopo, e utilizzati con la massima efficacia possibile.
Continueremo ad impegnare risorse di bilancio per la manutenzione e l’adeguamento alle norme di sicurezza degli edifici pubblici, scolastici e sportivi, in particolare con i fondi del PNRR. Ne abbiamo già incrementato gli importi lungo questo mandato, nonostante il debito ereditato, e poi ridotto da questa Amm.ne. Abbiamo inoltre in corso un Project Financing per l’efficientamento energetico di tutto il patrimonio immobiliare comunale, per circa 60 milioni di euro.
In ordine al contrasto delle minacce climatiche, è stato redatto e pubblicato dall’Arpa Piemonte, nel Marzo 2020, il documento dell’Analisi di Vulnerabilità Climatica della Città di Torino, che delinea un’articolata strategia locale di adattamento per ridurre la vulnerabilità del territorio e delle persone garantendo la loro salute e benessere, assicurando la vivibilità della città e la continuità dei servizi, mettendo le persone più vulnerabili al centro della politica climatica.
In coda a questo, con Deliberazione di Giunta Comunale del 28 luglio 2020 è stato ratificato dall’esecutivo locale il Piano di Resilienza della Città di Torino, alla cui predisposizione hanno lavorato rappresentanti di 15 Servizi ed Uffici della Città e numerosi altri soggetti, tra i quali ARPA, Regione Piemonte, le Università torinesi e la SMAT: il Piano identifica le principali vulnerabilità del territorio, ma soprattutto individua una serie di misure di adattamento a breve e lungo termine definendo una serie di azioni (complessivamente circa 80) finalizzate a ridurre gli impatti causati principalmente dalle ondate di calore e dagli allagamenti, che rappresentano i principalI rischi connessi ai cambiamenti climatici a cui è esposta la città. Il Piano di Resilienza contiene altresì degli indicatori di monitoraggio rispetto ciascuna della azioni proposte.
L’azione di monitoraggio da parte dei servizi coinvolti, i quali sono chiamati a tenere in considerazione quanto determinato nel Piano nell’adozione delle strategie di settore, nella pianificazione operativa e nella programmazione degli investimenti, avrà cadenza annuale. Allo stesso modo per ogni intervento di trasformazione urbana verrà valutata la sua capacità di ridurre i rischi legati alle vulnerabilità climatiche.
I – Con quali strategie e politiche ritenete di riportare in città il lavoro “buono”, dignitoso, sicuro, competente, sostenibile, contenendo gli effetti negativi prodotti dalle logiche della grande finanza e dal dilagare delle piattaforme di economia digitale?
V.S. – Per quanto concerne il campo dell’edilizia, al momento, il SuperBonus 110% è un esempio di rilancio del lavoro, in chiave sostenibile, avendo come ricaduta il recupero edilizio, l’efficientamento energetico del patrimonio immobiliare esistente ed il conseguente non consumo di suolo.
Sono note le posizioni del M5S su salario minimo e reddito di cittadinanza, come contrasto al “lavoro povero”.
La chiave proposta è realizzare innovazione del territorio, affinché il capoluogo torinese rivesta il preponderante ruolo di polo propulsivo metropolitano, giovane, europeo, attrattivo di risorse umane ed investimenti, soprattutto di specifici talenti, per arricchire il potenziale di cultura e capacità professionali, tali da costituire un saldo tessuto di Nuova piccola-media impresa, omogeneo ed in rete con tutto il territorio della CMT, nazionale ed internazionale.
L’attrazione della popolazione universitaria è stata quindi il primo obiettivo, funzionale a tutti gli altri sopra, con l’ampliamento della disponibilità di nuove residenze universitarie convenzionate, già realizzate e altrettante già progettate, e l’offerta di un’intensa vita sociale/culturale/di svago a corollario. Tale offerta è doppiamente funzionale, anche all’attrattività ed accoglienza del TURISMO, fonte di lavoro.
Dal lato del lavoro dipendente, riprenderemo il tema delle garanzie del lavoro dignitoso (salario minimo), mentre dall’altro, propugniamo di contrastare la soverchiante egemonia delle multinazionali, e la concentrazione nel loro capitale della qualifica di solido datore di lavoro, costituendo concretamente dei fondi economici dedicati ai giovani imprenditori, per agevolare le loro iniziative d’impresa, premiando coloro che saranno capaci di legare al meglio la tradizione con l’innovazione, per riprendersi larghe fette di mercato dei prodotti e dei servizi.
Bisogna ricreare manifattura locale di alta qualità e specificità, dall’industria dei nuovi veicoli, elettrici ed a idrogeno, all’innovazione coltivata negli hub e start up locali, ad un artigianato del nuovo millennio, di cui si era intravista fioritura nella seconda decade del nuovo millennio.
Infatti per il DESIGN, su cui si sono formati i nostri giovani, nelle Università e Scuole di Specializzazione IED/IAD, si era aperta una nuova fiorente filiera, nel campo dell’abbigliamento così come del nuovo design del mobile: sobrio nei costi, sostenibile nei materiali e allo stesso tempo attrattivo ed affascinante nelle vetrine per i turisti, si era legato alla filiera dell’industria in decadenza, riciclandone know-how, strutture e macchinari in filiere più corte, ad esempio nella costruzione di mobili semi artigianali ed oggetti d’arredo di design.
Bisogna anche stringere la rete con le grandi imprese locali, es. Lavazza, e ampliarne un’innovativa filiera a ricaduta locale; oppure, portare in rilievo altre realtà produttive alimentari/dolciarie, che ancora caratterizzano il locale. Sviluppare, poi, un florido indotto tecnologico attorno al Settore aerospaziale, che caratterizza e privilegia da sempre l’area torinese.
I – La prossima Amministrazione potrà mettere a frutto i molti fondi messi a disposizione dal PNRR. Quali sono i progetti di trasformazione urbana che potranno essere avviati subito con queste risorse?
Esempio di attuazione passata di fondi pubblici , sono il progetto NexTo su Torino Esposizioni e quello della rigenerazione del Parco del Valentino (100M€).
Si è in attesa delle modalità con cui verranno eroga i fondi, modalità che consentiranno di definire i progetti.
Per quanto ora noto la Città è entrata tra i progetti finanziabili con fondo complementare PNRR nell’ambito del bando Pinqua – Qualità dell’Abitare con 3 progetti relativi alle aree Vallee – Porta Palazzo e Racconigi (ciascuno per un importo di circa 15 mln di finanziamento).
I progetti di trasformazione sono particolarmente centra su interventi di edilizia residenziale pubblica ed altri complementari, principalmente incidenti sullo spazio pubblico.
A partire dal pacchetto di fondi stanziati dall’Unione Europea come politica di sostegno per le singole nazioni stanzia a fronte della pandemia, fra i diversi interventi realizzati, nell’ambito del programma Next Generaon EU sono sta stanzia 47,5 miliardi per il React-EU (Recovery assistance for cohesion and the territories of Europe) destinati alle iniziative a sostegno di una ripresa economica verde, digitale e resiliente.
Dei 13,5 miliardi riserva al nostro Paese, circa 70 milioni di euro saranno assegna a Torino e alla Città metropolitana. Per illustrare i dettagli delle modalità con cui verranno impiega quei fondi, con particolare riferimento all’ambito del verde cittadino, per inquadrare l’intervento, sarà incardinato su quattro temi fondamentali: la progettazione, in collaborazione con le circoscrizioni, dovrà essere partecipata, dinamica, vivibile e solidale.
Ci sarà spazio per la riqualificazione del verde, per l’evoluzione del sistema informavo dei tributi e dell’edilizia, per la riqualificazione energetica delle scuole superiori, per gli interventi su traffico e mobilità sostenibile, per l’implementazione di progetti riguardanti il paniere alimentare l’abitare solidale e i percorsi occupazionali.
Nello specifico degli interventi sul verde cittadino, vi è un progetto di ampio respiro, definito “Verde resiliente” destinato ad accompagnare Torino verso un 2030 sostenibile, con otto progetti che spaziano dalla riqualificazione dei parchi cittadini con metodi innovavi alla riqualificazione ambientale dei quartieri, passando attraverso la forestazione urbana, il piano per la qualità e il monitoraggio dell’aria, la posa di nuove attrezzature sportive nelle aree verdi, il consolidamento del verde nei viali e nei grandi corsi cittadini.
Per quanto riguarda i fondi “RIPARTI PIEMONTE” e in particolare, “NEXT GENERATION EU – PIEMONTE”, questi si dispiegano secondo le sei linee programmatiche
M1 – Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura
M2 – Rivoluzione verde e transizione ecologica
M3 – Infrastrutture per una mobilità sostenibile
M4 – Istruzione e ricerca
M5 – Inclusione e coesione
M6 – Assistenza sanitaria
Per la città di Torino, sono in elenco richiesta fondi già per il 2021, i seguenti progetti, i primi, inseriti nella MISSIONE M2 – Rivoluzione verde e Transizione ecologica / CLUSTER “Efficienza energetica e rinnovamento degli edifici” :
- RIQUALIFICAZIONE DI 400 FERMATE DEL TRASPORTO PUBBLICO LOCALE, CON ADATTAMENTO AI CAMBIAMENTI CLIMATICI = € 5.000.000 (Missione )
- RIQUALIFICAZIONE DEL SUOLO PUBBLICO CON PAVIMENTAZIONI DRENANTI = € 20.000.000
- RIQUALIFICAZIONE DELL’ILLUMINAZIONE PUBBLICA SUI GRANDI VIALI DI TORINO = € 35.000.000
- INTERVENTI DI ADEGUAMENTO FUNZIONALE DI STABILI DEL PATRIMONIO COMUNALE MIRATI A FRONTEGGIARE L’EMERGENZA ABITATIVA E A DARE SOLLIEVO A DISABILI = € 38.200.000
- INTERVENTI DI RIQUALIFICAZIONE E DI ADEGUAMENTO FUNZIONALE DEGLI IMPIANTI DELLE PISCINE COMUNALI = € 38.500.000
- RIQUALIFICAZIONE DI AREE URBANE SOGGETTE AD ELEVATA CONTAMINAZIONE DI ORIGINE ANTROPICA MEDIANTE BONIFICA O MESSA IN SICUREZZA = € 44.720.000
- TORINO ESPOSIZIONI. OPERE DI SISTEMAZIONE DEL PADIGLIONE 2 DA DESTINARE A NUOVA SEDE DELLA BIBLIOTECA CIVICA CENTRALE = € 52.000.000
- PROGETTO DI RINNOVAMENTO E RIQUALIFICAZIONE DI 21 COMPLESSI SCOLASTICI DELLA CITTÀ. (ADEGUAMENTO SISMICO, DIGITALIZZAZIONE ED EFFICIENTAMENTO = € 73.843.000
- RINNOVAMENTO E RIQUALIFICAZIONE DI PARTE DEL PATRIMONIO SCOLASTICO SUDDIVISO IN 4 LOTTI (ADEGUAMENTO SISMICO, DIGITALIZZAZIONE = € 490.600.000
E tanti altri per le AZIONI M2 – Rivoluzione verde e Transizione ecologica / CLUSTER “Energie rinnovabili, idrogeno e mobilità locale sostenibile. A mò di esempio , citiamo
- CICLABILITA’, SICUREZZA VIABILE E RIDUZIONE DELL’INQUINAMENTO = € 2.000.000
- NUOVA PASSERELLA CICLO-PEDONALE SULLA A55 DI COLLEGAMENTO TRA LE PISTE CICLABILI DEL TERRITORIO CITTADINO E DEL COMUNE DI BEINASCO = € 2.000.000
- SICUREZZA VIABILE E CAR FREE SCUOLE = € 2.000.000
- COMPLETAMENTO DELLA CICLOPISTA LUNGO PO E RELATIVO RINFORZO SPONDALE = € 2.000.000
- SOSTITUZIONE DEI BINARI TRANVIARI DI VIA PO E RIQUALIFICAZIONE E MESSA IN SICUREZZA DEL SEDIME STRADALE € 3.500.000
- TAPPETINI FONOASSORBENTI € 5.000.000
Fonte “NEXT GENERATION EU – PIEMONTE”
I – Le prossime elezioni amministrative rappresentano l’occasione per riportare la questione delle città metropolitane (e dei criteri per la nomina del Sindaco della città Metropolitana all’attenzione della pubblica opinione); si sente oggi l’esigenza di suscitare nella pubblica opinione una nuova coscienza metropolitana. In questo senso, quali scelte strategiche e linee di azione avete previsto, nel vostro programma elettorale, per trasmettere questa nuova coscienza metropolitana?
V.S. – La Legge Del Rio ha creato un problema notevole, tra cui amministrare le Città Metropolitane con rappresentanze politiche di volontariato.
Quando è stata eletta la sindaca Appendino, ha trovato l’Ente ex Provincia di Torino compromesso ed in somma difficoltà, un esempio tra tutti, l’approvazione di bilancio era in un ritardo spaventoso, ma urgeva anche la penuria di personale, etc. Da allora siamo riusciti ad invertire la rotta:
L’Ente CMT ha introitato moltissimi soldi pubblici, ed ha avviato tanti investimenti, ne citiamo solo alcuni:
- Il Decreto ponti, che vale 64 milioni di €, con cui sono stati realizzati per esempio Il Ponte dei Preti a Strambinello ed i due ponti di Castiglione, quello ricostruito in tempo record più quello posto ex novo;
- Sono state implementate nuove INFRASTRUTTURE VIARIE, sono ripartiti tanti progetti d’opere, che erano rimaste ferme da anni.
Inoltre l’Ente CMT è stato riconsiderato a livello governativo nazionale, con tantissimi incontri a Roma in cui si sono presentati progetti interessanti e fattibili, grazie al lavoro prestato dai validi tecnici della CMT.
TORINO non ha dimenticato la Città Metropolitana: infatti, per la prima volta, il nostro progetto di nuovo PIANO REGOLATORE ha valenza d’ambito METROPOLITANO.
Il P.U.M.S., Piano Urbano della Mobilità Sostenibile, è stato redatto in piena collaborazione con i tecnici della CMT ed entra ufficialmente nel Piano Regolatore.
Lo stesso progetto di PRGC si è avvalso della collaborazione e delle competenze di CMT per quanto concerne la regolamentazione dell’assetto IDROGEOLOGICO.
Per quanto riguarda la CMT, abbiamo due grandi temi importanti.
- Le INFRASTRUTTURE VIARIE, che abbiamo sicuramente migliorato.
- Lo sviluppo delle Imprese tecnologiche, su cui molto si è speso ma c’è ancora molto da fare.
La Pianificazione STRATEGICA e la valorizzazione delle aree PRODUTTIVE – INDUSTRIALI sono in espansione, nella nostra CMT, e saranno il focus del prossimo mandato.
Abbiamo poi ridato sprono alla EDILIZIA SCOLASTICA, facendo partire tanti nuovi progetti e varando la costruzione di nuovi ed efficienti plessi, in collaborazione con gli altri Enti Locali, anche avvalendosi dei fondi ministeriali.
La CMT, in qualità di ente intermedio, può essere davvero quel motore di traino in grado di attirare molti investimenti pubblici, ed inoltre può essere la piattaforma dalla quale proporre e richiedere modifiche alla legislazione nazionale, per tornare a gestire la pianificazione e progettazione del territorio e delle sue infrastrutture strategiche, in maniera omogenea e coordinata, con la diretta e concreta ricaduta di gestione degli appalti e delle opere da realizzare.
Il principale obiettivo del prossimo mandato, per questa Amm.ne, è continuare con il Progetto Speciale per la Revisione del Piano Regolatore, con un finanziamento specifico, giunto sinora alla tappa di approvazione della Proposta Tecnica del Progetto Preliminare del PRG (PTPP), adottata nel luglio 2020, con il compito di adeguarlo alle attuali e sopravvenute esigenze, rendendolo uno strumento flessibile rispetto alle estemporanee esigenze che il territorio metropolitano esprimerà, e modellandolo in coerenza con gli indirizzi che questa Amm.ne si pone con il Programma di Governo 2021-2026.
Il Piano Regolatore, rivolgendosi per la prima volta all’ambito metropolitano, non può più essere solo tarato sui confini comunali: la stipula dell’accordo territoriale Metro2 che coinvolge, oltre a Torino, Città metropolitana, i comuni di San Mauro, Orbassano, Rivalta e Beinasco ne è un esempio, come lo è anche il Piano di mobilità sostenibile metropolitano.
Ci si rapporterà direttamente con la pianificazione su scala metropolitana, per cogliere le opportunità offerte dalla nuova infrastruttura di mobilità, ottenuta con l’integrazione della rete SFM al TPL, e con il prossimo avvento della Linea Metro 2, e, nel contempo, si continuerà ad incentivare la mobilità dolce, quale complemento alla alternativa d’uso dell’auto.
La nuova concezione di Piano proposta, più flessibile, innovativo e ambientalmente sostenibile, è l’unica strada per attrarre ancora di più investimenti sull’area metropolitana intera, compresi i territori montani, e rendere tale territorio più attrattivo per le giovani generazioni.
Un’imprescindibile Linea Guida che verrà sempre tenuta presente, anche nello sviluppo del territorio montano metropolitano, è la limitazione del Consumo di suolo, salvaguardando la naturalità dell’ambiente, le caratteristiche idrogeologiche dei terreni e aumentando anche la porzione di suolo recuperato. Tale tema è connesso con il rilievo e la messa in conto dei Servizi Eco Sistemici nel complesso territorio metropolitano.
E’ importante proseguire la pianificazione del trasporto pubblico per favorire gli insediamenti e le riqualificazioni su tutto il territorio metropolitano, in rete col sistema FS ed autobus che provengono sin dall’alta Valle. Per questo è stato spinto il nuovo sistema di trasporto metropolitano, con gli snodi di Stazione Fossata-Rebaudengo, la nuova stazione di scambio autobus Fossata, il nuovo collegamento Torino Ceres che sarà direttamente collegato al passante ferroviario e ne toccherà le stazioni intermedie sino a Porta Susa, che da lì dirama alle altre periferie della regione metropolitana.
Forte di tali collegamenti, l’orizzonte “metromontano” si sta avvicina sempre di più, motivo per cui andrà bilanciata la spinta centrifuga abitativa verso i Comuni pedemontani, con il movimento pendolare che invaderà Torino senza abitarla.
Il Nuovo Patto si materializzerebbe dunque con Accordi di programma territoriali, Piani di Coordinamento Territoriale a tema ambientale, piuttosto che con la revisione del Piano Strategico Metropolitano, al momento in elaborazione per il triennio 2021/23, ma che armonizzeremmo temporalmente almeno con il mandato 21-26, così da stabilire i principali indirizzi della politica metropolitana anche alla luce delle risorse straordinarie che arriveranno sul territorio metropolitano grazie al programma europeo Next Generation EU. Il Consiglio metropolitano ha delineato con una delibera alcuni ambiti di intervento prioritari, ma il processo per definire i progetti concreti è stato impostato in modo da coinvolgere il maggior numero di punti di vista, al fine di renderlo davvero un piano di sviluppo di carattere sociale, economico e ambientale di tutto il territorio.
L’obiettivo è far rifiorire Torino quale polo attrattivo di opportunità di lavoro, favorendo l’insediamento di attività produttive a basso impatto ecologico e ad alto contenuto tecnologico, aggiungendo flessibilità alle destinazioni d’uso produttive ancora tradizionali. Nella trasformazione funzionale del territorio, è però altrettanto importante implementare la tutela e la salvaguardia dei suoli liberi, con la redazione di un censimento delle aree libere permeabili sia interne ai tessuti abitati e consolidati, sia nelle aree e zone di trasformazione.
Un attenzione particolare è poi da dedicarsi al risparmio e alla tutela delle risorse idrico-fluviali a partire dall’area montana della CMT, i cui riflessi di criticità si rendono sempre più manifesti e critici sulle sponde della Città.
Nell’ottica di messa a frutto delle risorse del PNRR, sarà necessario lavorare, insieme a tutti gli Enti Locali, alle modifiche ed alle semplificazione degli iter normativi per giungere in brevi tempi alla messa in cantiere delle risorse che verranno profuse sul nostro territorio: un ruolo imprescindibile sarà rivestito dalla Città Metropolitana, a coordinamento e messa in rete di esigenze, economie di scala e soluzioni.
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